I tagli low cost non tirano più: parrucchiere cinese chiude

ARCELLA. Dopo cinque anni di gestione in un salone di bellezza di proprietà di un artigiano padovano, un parrucchiere cinese, nonostante i prezzi convenienti per il taglio dei capelli, ha gettato la spugna a causa della crisi e ha restituito le chiavi al proprietario. Stiamo parlando della famiglia orientale che aveva preso in gestione il negozio di parrucchiere che si trova all’incrocio tra il cavalcavia Borgomagno e via Liberi.
All’inizio i cinesi hanno fatto affari d’oro. Uomini e donne sempre in fila ad attendere il proprio turno. Specialmente nei fine settimana e anche di lunedì. Man mano, però, il negozio è stato sottoposto a continui controlli da parte dei vigili e degli ispettori dell’Usl che, in più di un’occasione, hanno causato anche la chiusura (sino a un mese di fila) dell’attività artigianale.
Con il perdurare della crisi le cose sono peggiorate e quindi i cinesi, che erano arrivati ad avere otto lavoranti, hanno scelto di restituire le chiavi. «Non è solo la crisi la causa della chiusura» osserva un barbiere di San Carlo. «La verità è che i padovani, dopo un boom durato sin troppo tempo, hanno capito che i cinesi non potranno mai tagliare e curare i capelli come noi italiani. La moda alla cinese è destinata a terminare una volta per sempre. D’altronde basta spendere solo qualche euro in più per ottenere un taglio professionale di classe».
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