I tre Magi sepolti a Colonia

Le loro spoglie viaggiarono da Cassam a Costantinopoli alla Germania
L’arca dei Re Magi nella cattedrale di Colonia e, sopra, la cometa dipinta da Giotto agli Scrovegni
L’arca dei Re Magi nella cattedrale di Colonia e, sopra, la cometa dipinta da Giotto agli Scrovegni
La tradizione dice che i tre magi sono sepolti nel duomo di Colonia che divenne uno dei luoghi più amato dai pellegrini. Anche il padovano beato Pellegrino nel 1257 si recò in quella città per venerarli e medesimo percorso effettuò Francesco Petrarca.  Dalla città in cui furono originariamente sepolti ne parlano il veneziano Marco Polo nel 1270 e cinquant'anni dopo il francescano Odorico da Pordenone, che dettò le sue memorie nel convento del Santo, a Padova. «Partendo con le carovane - racconta Odorico- da questa città (Soldania, dove nel tempo estivo dimora il re dei Persiani) andai verso l'India Superiore e dopo molti giorni giunsi nella città dei "re magi", chiamata Cassam, città regale e molto onorata. In verità i Tartari la distrussero gran parte. Per andare da questa fino a Gerusalemme, dove i magi giunsero, non per virtù umana ma miracolosamente, perché arrivarono con celerità, si impiegano cinquanta giorni». Tanto afferma Odorico che dal 1320 al 1330 viaggiò fino in Cina, ove rimase tre anni, dettando poi le sue memorie nell' "Itinerarium" a fra' Guglielmo da Solagna, nel convento del Santo, nel maggio del 1330. Egli testifica: "Vidi e udii molte cose e mirabili che posso narrare veracemente". La città di Cassam corrisponde a Kasham, a sud del mar Caspio e di Teheran, nell'attuale Iran, luogo di provenienza dei magi, che l'apostolo san Matteo (2, 1- 23) indica "da oriente". I territori a oriente della Palestina biblica, infatti, coincidevano con l'impero persiano ed esistono pochi dubbi sull'origine etnica e sulla religione di appartenenza (sacerdoti astronomi della religione zoroastriana) dei personaggi descritti dall'evangelista. Il veneziano Marco Polo, ne "Il Milione", cinquant'anni prima (1270), dice di aver visitato le tombe dei magi nella città di Saba. "In Persia è la città che è chiamata Saba, dalla quale si partiro li tre re che andarono adorare Dio quando nacque. In quella città sono soppelliti li tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e con capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli tre re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano tre re seppelliti anticamente". Queste testimonianze paiono dar fondamento storico alla località d'antica sepoltura dei magi, il cui irrompere nella vita di Gesù non è frutto di una "retroproiezione", come sostiene parte della critica contemporanea. Quasi che l'evangelista Matteo avesse collocato all'inizio della vita di Cristo ciò che sarebbe poi accaduto durante la sua esistenza: Erode e Gerusalemme a contrastarlo, mentre coloro che vengono da lontano (i Magi) ad accogliere il suo messaggio. Matteo non dà il numero esatto e il nome dei magi. La tradizione e i vangeli apocrifi ne individuano tre in base ai doni da loro offerti (oro, incenso e mirra), mentre i nomi sono stati coniati a partire dal VI secolo. Assodato che i magi provenivano dalla Persia e che fino dall'antichità cristiana ebbero un culto sia in Oriente che in Occidente, come mai i loro resti sono sepolti nel duomo di Colonia? Giunsero nella città tedesca accolti con esultanza dal popolo il 23 luglio 1164 e anche il Martirologio romano ne riporta la memoria al 24 luglio.  La tradizione dice che i loro resti sarebbero stati scoperti da sant'Elena, madre di Costantino il Grande, che li fece trasportare nella chiesa di Santa Sofia, a Costantinopoli, custodendoli in un prezioso reliquiario. Poi, a seguito dello scisma d'Oriente, nessuno più si ricordò di loro. San'Eustorgio, vescovo milanese, nel 344, li chiese a Costante, imperatore d'Oriente. Costruita una nuova basilica romanica, che poi prese il suo nome, le reliquie trovarono collocazione nella "cappella dei Magi", all'interno di un grandioso sarcofago di pietra. Nel 1162 Federico Barbarossa, distrutta la basilica di Sant'Eustorgio e parte della città di Milano, asportò le reliquie dei Magi e quelle dei santi Felice e Nabore, chiestigli dal suo cappellano e consigliere Romulado da Colonia, il quale, ricevutele il 23 luglio 1164, le custodì nella cattedrale di San Pietro. In seguito fu costruita una nuova chiesa per ospitare tali reliquie, deposte in una cassa lignea, rivestita d'argento, il più sfarzoso reliquiario del Medioevo, collocato dietro l'altare maggiore.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova