I velobox cominciano a stangare
BRUGINE. Scatoloni vuoti o strumenti sanzionatori? L’interrogativo ruota attorno ai velobox, i 4 piloni arancioni installati a maggio lungo le strade del paese. I dispositivi sono vuoti ma attrezzati per accogliere un autovelox in grado di rilevare la velocità. Il Comune dispone di un’unica telecamera, di conseguenza solo uno dei velobox, a rotazione, viene acceso. «Ma finora i dispositivi sono mai stati messi in funzione?» La domanda è di Oddone Zecchin e Giuliano Chinello (Progetto Comune 2.0) che lunedì sera, per la seconda volta in un mese, hanno posto la questione.
I velobox funzionano o sono stati spesi 8 mila euro per degli “spaventa-automobilisti” di latta? Per questi cassoni arancioni la spesa si aggira attorno ai 2 mila euro l’uno. L’esecutivo locale ha parlato di «strumenti di prevenzione», «verifiche tecniche» e «prove di rilevamento della velocità». Ma non c’è stato verso di sapere quante sanzioni sono state staccate dal 15 giugno (data dell’entrata in funzione dei dispositivi). «Non è possibile scorporare il dato perché non c’è distinzione tra multe elevate con il telelaser e quelle con velobox» ha dichiarato il sindaco Michele Giraldo. Il primo cittadino comunque ha fatto sapere che «i dispositivi sono in funzione e qualcuno è già stato multato. L’obiettivo comunque è sensibilizzare i cittadini alla sicurezza in strada e non vessarli con multe a sorpresa». Accesi o spenti, i risultati confermano il funzionamento dei velobox: tutti gli automobilisti, di fronte ai piloni arancioni, premono il freno.
Martina Maniero
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