Il 20% degli adolescenti scambia selfie hot con i coetanei

I risultati del progetto “crescere”: un adolescente su tre accetta sconosciuti su facebook
Due ragazze si scambiano messaggi sugli iPhone prima di entrare a scuola.ANSA/FRANCO SILVI
Due ragazze si scambiano messaggi sugli iPhone prima di entrare a scuola.ANSA/FRANCO SILVI

Più della metà dei ragazzi di Terza media ha fatto foto e le ha pubblicate su internet. Più di un ragazzo su tre ha accettato l’amicizia su Facebook da uno sconosciuto. E almeno uno su cinque scambia autoscatti “hot e sexy” per approcciare con il coetaneo o la coetanea di turno. È questa l’adolescenza 2.0 dei tredicenni padovani, in bilico tra voglia di apparire e pericoli dei social network. Il quadro emerge dai risultati del progetto “Crescere”, uno studio realizzato dalla fondazione “Emanuela Zancan” grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dell'Usl 16. Iniziato nel 2013 su un campione di circa 500 ragazzi che allora avevano 12 anni, lo studio li ha accompagnati monitorando le condizioni di crescita a livello fisico, relazionale e emotivo. Il progetto proseguirà fino al compimento del 18° anno di età. I dati sono stati presentati ieri durante il convegno organizzato al Palazzo Monte di pietà, a piazza Duomo. Tra i presenti: Urbano Brazzale, direttore generale dell’Usl 16 e Silvana Bortolami della Fondazione Cariparo. Per più della metà dei ragazzi (53%) è facile confrontarsi con il padre, ma il dialogo con la madre risulta ancora più agevole per il 75% di loro. Il rapporto con la scuola è positivo: piace a 7 ragazzi su 10. Rispetto all’anno precedente, la fiducia verso gli insegnanti è però diminuita. A 12 anni il 69% dichiarava di sentirsi trattato in modo giusto. Oggi, a 13 anni, gli stessi ragazzi sono più critici: il 56% pensa di essere trattato con correttezza e la percentuale di disaccordo sale al 18%. «Crescere bene oggi è possibile, a dispetto degli allarmismi», commenta il direttore della fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato, «I ragazzi sono felici di essere ascoltati. Noi vorremmo che questo studio diventi un’opera sociale. Offre informazioni che sono a disposizione degli adulti che hanno a cuore la crescita positiva, a partire dalle scuole».

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