Il 25% dei padovani ha risistemato casa. Bonus edilizi per 220 milioni all’anno

Mercato in crescita costante, Cna: «Il nostro territorio è tra quelli a maggior edificazione, così si è investito in sicurezza»



Un padovano su quattro degli oltre 660 mila contribuenti della provincia ha avuto accesso ai diversi bonus edilizi introdotti dagli ultimi governi nazionali. Un numero importante di cittadini quindi ha investito nella sicurezza, salubrità e risparmio energetico della propria abitazione, con una spesa che Cna stima, prudenzialmente, in circa 220 milioni di euro annui negli ultimi 5 anni. Una massa enorme di denaro che corrisponde a detrazioni (differenti per percentuale sul’importo sostenuto e per tipologia) per quasi 120 milioni di euro solo l’anno scorso.

Cna, sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2018 (e riferiti quindi al 2017), stima infatti che dei contribuenti Irpef residenti in provincia di Padova, il 25% abbia presentato detrazioni per ristrutturazioni o recupero edilizio (166 mila dichiaranti), il 6% per interventi finalizzati al risparmio energetico (poco meno di 43 mila) ed il 3% per arredo di immobili connessi alle ristrutturazioni (19. 500).

E il mercato è in crescita costante: negli ultimi 5 anni i contribuenti padovani che hanno presentato richiesta di detrazioni edilizie sono aumentati mediamente del 9% all’anno e di oltre il 13% per quanto riguarda gli interventi di risparmio energetico. Un vero e proprio stimolo alla riqualificazione di un patrimonio edilizio la cui età supera i 40 anni per circa il 80% degli edifici esistenti e dove il nuovo (e cioè costruito dopo il 2006) è solo il 3% del totale. «Che Padova sia uno dei territori a maggiore edificazione del Nord Italia è un fatto assodato» spiega Luca Montagnin presidente di Cna Padova «come pure è evidente che la parcellizzazione della proprietà immobiliare e la lunga crisi economica che la nostra società ha vissuto non ha dato spazio a grandi operazioni di demolizione-ricostruzione di quartieri ed edifici vetusti. In questo contesto la politica degli incentivi per la ristrutturazione sta facendo, almeno in parte, quello che non è possibile fare altrimenti: intervenire sul patrimonio edilizio del territorio, rinnovandolo e riducendone l’impatto ambientale in materia di consumi di energia e di emissioni di Co2. In questo contesto e già da un paio d’anno il settore edilizio, soprattutto quello artigiano, si è messo in moto: studiando e applicando al mercato nuove soluzioni e tecnologie al servizio della salubrità della vita comune come pure di quella dei propri clienti». Il sistema dei Bonus edilizi è stato un’ancora di salvezza per un settore che ha visto una riorganizzazione dai tratti addirittura drammatici negli ultimi 10 anni: attualmente risultano in attività poco più di 12 mila imprese di costruzioni, di cui circa 3. 500 operanti nella costruzioni di edifici e 8. 500 tra pittori, decoratori ed installatori di impianti elettrici ed idraulici. Rispetto al 2010 fa si contano ben 2. 400 imprese in meno nel settore (-17%), con flessioni sia in termini relativi che assoluti decisamente più ampie tra i costruttori “puri” (-27%, 1. 300 imprese chiuse) rispetto a chi completa gli edifici (1. 100 attività in meno, in valore percentuale –11%). «La politica dei Bonus ha permesso al settore di non sparire del tutto, sebbene la riorganizzazione sia costata decine di migliaia di posti di lavoro solo in provincia» conclude Montagnin. «Ora, le imprese rimaste, anche quelle artigiane, sono tecnologicamente molto più avanzate, con competenze tecniche e fiscali ben superiori e con potenzialità, anche a livello di consulenza, molto più forti di un tempo. Un patrimonio che può e deve essere sfruttato al meglio per garantire ai nostri territori una qualità della vita migliore, fuori e dentro le mura domestiche». —



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