Il Bo scala il mercato universitario globale

Il prorettore Paccagnella: corsi in inglese, sgravi fiscali e social hanno moltiplicato gli iscritti stranieri
Duemila studenti dall’estero, ottocento preiscritti solo per i corsi in inglese (che sono una ventina) e nuovi accordi internazionali che aumentano ogni giorno: l’università di Padova punta a conquistare uno spazio nel firmamento degli atenei più in vista d’Europa, e lo fa con una serie di politiche mirate, che a (quasi) due anni dall’insediamento in rettorato di Rosario Rizzuto, danno i primi frutti. Ne parliamo con il prorettore alle Relazioni Internazionali, Alessandro Paccagnella.


Professore, quanti sono attualmente gli studenti stranieri iscritti al Bo?


«In assoluto sono circa duemila, in costante aumento. In particolare, i preiscritti ai corsi in inglese sono decuplicati: erano 85 nel 2014, sono 800 quest’anno. Parliamo di preiscrizioni: non è detto che poi decidano tutti di perfezionare l’iscrizione, ma certamente è un dato significativo».


Come siete arrivati a questo traguardo?


«Con un lavoro lungo e di squadra, insieme ai vari colleghi che collaborano al tavolo dell’internazionalizzazione e al supporto tecnico del servizio Relazioni Internazionali. In particolare abbiamo inserito agevolazionI fiscale per gli studenti stranieri, abbiamo aumentato i corsi in inglese, e un po’alla volta ci stiamo facendo conoscere attraverso i canali usati dai grandi atenei: i portali internazionali dove gli studenti vanno ad informarsi».


Le agevolazioni cosa riguardano?


«Anzitutto, gli sgravi fiscali: i diplomati che, dall’estero, decidono di venire a Padova per frequentare un corso in inglese non pagano tasse per il primo anno. Non proprio tutti, ovviamente le diverse situazioni economiche vengono valutate singolarmente, ma abbiamo istituito un fondo per coprire questa facilitazione e tutti possono fare richiesta. In più abbiamo recentemente inaugurato il nuovo sito, che presenta un’interfaccia in inglese mirata ad un pubblico internazionale, e quindi diversa dalla versione italiana. A breve, poi, nasceranno dei “mini siti” anche in cinese e in spagnolo. Un’altra novità riguarda il welcome desk: la difficoltà maggiore, per chi viene dall’estero, è la burocrazia italiana, n labirinto da cui difficilmente si esce, senza una guida. Appena arrivati servono il codice fiscale, che ora possono chiedere anche tramite l’università, la tessera sanitaria, le marche da bollo… in alcuni Paesi nemmeno esistono, le marche da bollo».


La pubblicità, invece, su quali canali viaggia?


«Dai social network ai grandi portali gestiti da agenzie private. Noi siamo entrati da poco in Study Portal e abbiamo già avuto qualcosa come 95mila visite da parte di studenti interessati. Non è poco. La maggior parte dei click arriva da India, Iran, Turchia e Stati Uniti, poi anche Asia, Europa, Africa e America Latina. Dirò di più: sono appena tornato da un visita istituzionale a New York, ed ho incontrato molti docenti interessati a spendere qualche mese presso il nostro ateneo.


Silvia Quaranta


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