Il cadavere nel Garda, il legale della famiglia conferma: "E' Federica"

PADOVA. «Al di là dell'accertamento di natura biologica e dell'approfondimento in ambito genetico, per la conoscenza che ho della persona, salvo che non sia una sosia, per me è più che verosimile che sia Federica Giacomini». L'ha l'avvocato Paolo Mele, legale della famiglia, dopo essere uscito dall'Istituto di medicina Legale di Padova, dove si è svolta l'esame sul corpo ritrovato in una cassa in fondo al lago di Garda.
«Quello che mi interessava nel venire qui oggi - ha proseguito Mele - non era tanto la procedura autoptica, ma intanto se dentro quel sacco ci fosse un corpo umano, se questo corpo era di sesso femminile, come nel caso di specie lo è, e soprattutto se poteva verosimilmente essere Federica Giacomini. Purtroppo queste mie tre attese sono state soddisfatte».
«Ora vado dai genitori - ha continuato il legale - per condividere questo momento. L'importante è riuscire a trovare un posto finalmente dove collocare questa loro unica figlia, e dar loro la possibilità di avere ristoro attraverso la preghiera. Poi il processo si vedrà, le responsabilità si vedranno, sulle cause della morte ovviamente non posso dire nulla visto che è un aspetto legato al segreto istruttorio - ha concluso - di cui dirà in seguito la Procura».
Il lago ha restituito un corpo. Un corpo avvolto in teli di nylon, chiuso in una cassa appesantita da grossi pezzi di cemento perché non riemergesse. Un corpo che, probabilmente, è quello di Federica Giacomini, in arte Ginevra Hollander, l’ex attrice hard di 42 anni di Vigonza, scomparsa nel nulla da Vicenza lo scorso febbraio. La conferma ufficiale arriverà solo oggi, quando ci sarà l’esame necroscopico. Ormai, però, sembrano esserci pochi dubbi.
La vittima è stata assassinata, portata a Castelletto Brenzone, paesino sul lago di Garda in provincia di Verona, e poi abbandonata in uno dei punti più profondi. La salma non sarebbe mai riemersa, il suo assassino era certo che non sarebbe più stata trovata. E invece, dopo mesi d’indagine, la polizia ha individuato un punto preciso, a circa 500 metri dalla costa, proprio di fronte al porticciolo. E in quell’area, tra mille difficoltà, proprio perché estremamente profonda e pericolosa, si sono concentrate le ricerche dei sub. Ieri la scoperta. Al lago sono arrivati ricostruendo i movimenti, le telefonate, i contatti di Franco Mossoni, 55 anni, il suo compagno, l’uomo che anni fa era stato arrestato e condannato per l’omicidio di un rivale d’amore nel Bresciano e che a Vicenza aveva fatto parlare di sé, per la prima volta, quando si era presentato all’ospedale San Bortolo vestito da “Rambo” e con una pistola aveva minacciato una guardia. Poi la fuga. Era sparito e solo dopo ore la polizia era riuscita a convincerlo a presentarsi in questura. Infine il trasferimento in un ospedale psichiatrico, perché giudicato pericoloso dal giudice.
Del resto nella sua casa erano state trovati armi, balestre, persino flaconi di prodotti chimici percolosi. E poi tante tracce femminili, vestiti, oggetti e documenti di Federica. Del resto sarebbe stata lei a mantenerlo, a pagare l’affitto, a saldare i suoi debiti. Quando, dopo settimane, i genitori avevano denunciato la sua scomparsa la svolta nelle indagini. Il caso dell’attrice hard svanita nel nulla e quello di un uomo pericoloso chiuso in una struttura protetta erano legati. La seconda sezione della squadra mobile, coordinata dal pm Silvia Golin, ha iniziato a cercare un cadavere. Tutto faceva pensare che quella donna non si fosse allontanata di sua spontanea volontà, senza soldi, senza passaporto, senza dire nulla ai genitori. Doveva esserle successo qualcosa. A un’amica aveva anche raccontato che il suo compagno era violento, la minacciava, le rendeva la vita impossibile. Sarebbe stata proprio questa la sua ultima confidenza, prima di sparire.
Gli ultimi movimenti di Mossoni sono stati ricostruiti, i tasselli sono stati uniti. Tutto ha portato a quel punto del lago. Qui Rambo avrebbe abbandonato il corpo a febbraio, probabilmente dopo aver noleggiato una barca o dopo essersi fatto accompagnare da qualcuno, pagandolo per quel servizio. In quel periodo il paese era quasi deserto. Un’immagine molto diversa rispetto a quella di ieri quando, alle 17, dopo oltre otto ore di lavoro, la cassa è stata finalmente recuperata e portata a riva dai gommoni, un’operazione che ha richiesto la massima cautela. E l’attenzione di residenti e vacanzieri si è concentrata tutta lì, in un misto di ansia e di curiosità. Oggi pomeriggio, a Padova, ci sarà il riconoscimento: quel pesante telo di nylon dove il corpo è stato avvolto per mesi, a cento metri di profondità, sarà aperto. Gli investigatori, tuttavia, ormai non avrebbero dubbi. Sembrano essere certi che la vittima sia Federica Giacomini. «I suoi genitori vivono queste ore nella disperazione, l’attesa è angosciante», hanno spiegato i legali della famiglia, Paolo Mele senior e Luca Tessarolo «Ci auguriamo che almeno possano avere una tomba su cui piangere la figlia dopo mesi di sofferenze».
Nelle prossime ore l'apertura della "bara". È in programma per oggi l'apertura dell'involucro di nylon che potrebbe contenere il corpo di Federica Giacomini. «Apparentemente dentro a questo involucro c'è un cadavere - ha spiegato il legale della famiglia Giacomini, Paolo Mele - ma ora sarà necessario effettuare dei rilievi per capire se è un corpo umano, se appartiene a una donna e se sul piano morfologico può essere ricondotto a Federica».
Le perizie, affidate all'Istituto di Medicina legale di Padova, provvederanno principalmente a individuare il dna del corpo ed eventuali tracce biologiche di terzi, oltre a riscontrare cause e tempi del decesso. Un lavoro che durerà almeno tre mesi. «In ogni caso spero per la famiglia che il cerchio si possa chiudere attorno a questa vicenda, altrimenti non si riuscirebbe a dare una collocazione a tutto questo dolore - ha aggiunto l'avvocato - si tratta di attività complesse e particolarmente lunghe ma necessarie. Al momento di sicuro non si esclude nulla».
Le analisi sono state affidate alla Polizia Scientifica di Roma che ha inviato a Padova la Squadra speciale denominata E.R.T. a cui saranno affidate le perizie sulle tracce ambientali e oggetti rinvenuti in prossimità del corpo, residui di eventuali liquidi, veleni o droghe presenti nel corpo ritrovato e i raffronti tra il materiale usato (nylon, eventuale nastro adesivo o chiodi) e quanto presente nell'abitazione del compagno sospettato dell'assassinio Franco Mossoni o della vittima.
Aperto fascicolo per omicidio volontario. Il fascicolo della Procura di Vicenza riguardante la scomparsa di Federica Giacomini, l'attrice hard di cui non si hanno più notizie dallo scorso febbraio, è diventato per omicidio volontario. Indagato del delitto è il fidanzato della donna Franco Mossoni, 55 anni, attualmente rinchiuso con provvedimento restrittivo in un ospedale psichiatrico dopo l'irruzione del febbraio scorso nel nosocomio vicentino vestito da Rambo e con un'arma giocattolo.
Il gip Stefano Furlani ha disposto un incidente probatorio con perizia psichiatrica, fissando l'udienza per l'8 luglio, per valutare dello stato psichico di Mossoni. Nel pomeriggio di oggi il pm, la Polizia e il legale della famiglia di Federica Giacomini si recheranno nell'Istituto di medicina legale di Padova per l'apertura dell'involucro che potrebbe nascondere, in base ai sospetti, il cadavere della donna. Vista la prolungata permanenza in acqua soltanto una serie di esami specifici potranno aiutare a capire se si tratti effettivamente della donna.
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