Il caso Cinemazero quando la cultura crea lavoro e profitti

Un bilancio in attivo, centomila spettatori l’anno 110 film e 162 serate evento nel 2011. Strategia da impresa
Di Aldo Trivellato

di Aldo Trivellato

PORDENONE

Meno male che ci sono i dati contabili e i bilanci, perchè a raccontarlo nessuno ci crede, visto che a Pordenone riescono a fare cultura, cinema nello specifico, guadagnandoci, assumendo personale e ridistribuendo nel territorio benefici, denaro e sapere. Sarà perchè da quelle parti la passione per il cinema ce l'hanno da sempre, visto che, nell'aprile del 1908, l'ex convento francescano di Piazza della Motta ospitò una delle prime proiezioni di pellicole in Italia, un documentario commentato dal vivo da un incaricato, appositamente chiamato da Federico Mecchia, che allora gestiva la prima sala cinematografica di Pordenone.

La stessa piazza che oggi ospita l'Associazione culturale Cinemazero (www.cinemazero.org), da trentaquattro anni protagonista nella gestione dell'omonimo cinema, nonché fulcro di incontri ed eventi legati all'arte filmica. Una proposta culturale che coinvolge numerose realtà locali, per un circuito, testimoniato dai bilanci, che nel 2011 ha raggiunto complessivamente la cifra di 1.263.488 euro, composta per il 43,7% dagli incassi delle sale del cinema, 32,6% da contributi pubblici e 23,8% da altri ricavi. Come ricchezza distribuita, il 64% è stato investito per i 240 fornitori di prodotti e servizi necessari per l'attività, il 33% per i 12 dipendenti e gli oltre 130 collaboratori ed il rimanente 3% diviso tra imposte e promozione. Fra gli altri dati, da notare i 110 film trasmessi in un anno, di cui gran parte selezionati tra le pellicole meno distribuite e meno note, le 162 serate evento con circa 80 ospiti, gli oltre centomila spettatori, i cui biglietti hanno sostenuto le spese di programmazione, e poi le attività gratuite della Mediateca Pordenone, tra cui i 26.000 prestiti e le 43 serate con proiezioni in Piazza Calderari e nel Chiostro di San Francesco.

Si dice che la cultura sia un investimento, ma è raro, se non impossibile, incontrare un'impresa culturale che sia in attivo e pure confortata dall'attenzione del pubblico e non solo di Pordenone. Il segreto ha provato a raccontarcelo Renato Cinelli, presidente dell'associazione Cinemazero, guarda caso un commercialista. «Noi non abbiamo un patrimonio da cui attingere» spiega Cinelli «e quindi abbiamo attuato da anni un'attenta gestione dei conti ed inoltre puntiamo molto sulla proposta culturale». Ovvero, il prodotto deve essere sostanzioso. «Questo di sicuro – continua Cinelli – la politica culturale del film deve essere in primo piano, perchè il nostro slogan dice che molti dei nostri spettatori vengono al cinema anche se non conoscono la programmazione». Sfatando pure i luoghi comuni, se il calendario del Cinemazero di Pordenone elenca pellicole che fino a qualche anno fa sarebbero state definite “da intellettuali”. «Si possono trasmettere cose di qualità purchè siano contornate da iniziative di supporto, come mostre, conferenze, incontri con sceneggiatori, attori, registi ed autori, perchè costruire cultura non deve essere solo trasmettere un film».

Strategia da imprenditori con relative e positive ricadute nella città, alberghi, risto. ranti, librerie e pizzerie compresi, progetto che risponde anche alle difficoltà della crisi, visto che i contributi pubblici sono costantemente a rischio.

«Agli amministratori pubblici lo diciamo sempre – risponde il presidente di Cinemazero - il denaro speso nella cultura non è gettato via, perchè ha un ritorno nel territorio anche in termini economici». Fino a sfidare i nuovi problemi, come l'obbligatorio passaggio al digitale, che costerà attorno ai 60-70 mila euro per ogni schermo e che rischia di far chiudere molti cinema d'essai e monoschermi di paesi e piccole cittadine. «Noi stiamo cercando di leggerla come una nuova opportunità» conclude Cinelli «perchè la sostituzione dei vecchi proiettori, un fatto già avvenuto in molti paesi europei, ci consentirà di agganciare altri spettatori, trasmettendo grandi eventi culturali, musicali e sportivi, provando a tenere aperto il Cinemazero anche di giorno».

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