Il caso Muji life style di successo

VENEZIA. Muji è la massima e silenziosa espressione del life style giapponese. Silenziosa perché i suoi prodotti minimalisti – che spaziano dall'oggettistica per la casa, alla cancelleria, ai kit da...

VENEZIA. Muji è la massima e silenziosa espressione del life style giapponese. Silenziosa perché i suoi prodotti minimalisti – che spaziano dall'oggettistica per la casa, alla cancelleria, ai kit da viaggio – hanno avuto successo grazie all'assenza di etichette, brand vistosi o invadenti campagne di marketing. Un successo, basato anche e soprattutto sul riciclo e l'assenza di packaging, che l'università Ca' Foscari vuole presentare come risultato di una strategia vincente che, anche in un anno di crisi come il 2011, ha permesso all'azienda giapponese di incrementare i propri profitti e di farsi apprezzare dal pubblico internazionale.

Oggi, alle ore 16 nella sede cafoscarina di San Giobbe, Masaaki Kanai, presidente e ad Muji, sarà ospite dell'incontro “Incrementare i profitti con un nuovo concept: il caso Muji 2011", organizzato per illustrare le strategie e la filosofia che hanno consentito al gruppo di crescere espandendosi anche all'estero, al passo con la globalizzazione ma nel rispetto della propria identità. «Il punto di forza di Muji sta nell'avere trasferito in una linea di prodotti l'essenza della cultura giapponese: essenziale, minimalista, ben rappresentabile del rito della cerimonia del tè» spiega l'organizzatore del convegno prof. Carlo Bagnoli, dipartimento management di Ca' Foscari «La storia del suo successo può essere una lezione anche per le nostre imprese che, attingendo dal proprio background culturale, possono studiare modelli di business basati sulle tradizioni e l'identità estetica e culturale dell'Italia». A Venezia, Muji è presente con un punto vendita nell'edificio della Stazione Santa Lucia, ai piedi della Ponte della Costituzione: si chiama “Muji to go” e offre ai clienti una linea di originali prodotti da viaggio. La multinazionale, che promuove una linea di “buoni prodotti senza marchio”, è nata in Giappone nel 1980, nel periodo in cui la grande espansione economica coincideva con l'arrivo delle grandi firme della moda occidentale. All'introduzione di Kanai seguirà una tavola rotonda condotta da Bagnoli. Interverranno: Alberto Baban, vicepresidente di Confindustria Veneto; Paolo Calvetti, direttore della scuola in studi Asiatici e gestione Aziendale di Ca' Foscari; Junko Kimura - facoltà di business administration, Hsei University e visiting professor a Ca' Foscari; e Tiziano Vescovi, dipartimento di management, co-direttore dell'International management to Asia laboratory.

Silvia Zanardi

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