Il Cittadella vince per Marco che combatte contro il Covid

CITTADELLA. È una persona con disabilità, fragile, che lotta contro il Covid-19. Ma ha il sostegno di una famiglia straordinaria, di tanti amici e pure della squadra del suo cuore, il Citta. Fra le tante storie di resistenza alla malattia c’è quella di Marco Ventura, 27 anni, un giovane con sindrome di Down che si trova ricoverato in ospedale a Cittadella.
Il padre, Pietro, ha iniziato a raccontarne su Facebook la battaglia dieci giorni fa: «Quando questo brutto virus ti prende non dà nessun preavviso e non guarda in faccia nessuno». Fin da subito la situazione è apparsa critica: «Marco aveva la saturazione bassa e la febbre non calava». La famiglia – Pietro e la moglie Laura – è molto religiosa e attiva nella associazione Papa Giovanni XXIII: «Ho chiesto a tanti amici di pregare per Marco, ma io non ci riuscivo perché nel mio cuore sentivo tanta rabbia. Ero molto preoccupato e quando incontravo lo sguardo di Laura non riuscivo a trasmetterle serenità».
In un primo momento la cura farmacologica ha sortito qualche effetto, cortisone ed antibiotico hanno fatto reagire il ragazzo. Per qualche giorno è stato tirato un sospiro di sollievo, mamma e papà pensavano che il peggio fosse passato. Ma domenica sera la situazione si è nuovamente aggravata: «Abbiamo dovuto chiamare il 118 che ha accompagnato nostro figlio al pronto soccorso».
In questo momento giocano un ruolo chiave energia, forza mentale, urgenza di vita. Per questo il padre ha giocato la carta della sua grande passione, quella per il calcio: «Ho mandato un messaggio a mister Edo Gorini e gli ho chiesto di vincere per Marco che sta lottando contro il Covid. Sempre gentilissimo mi ha risposto che contro il Frosinone avrebbero cercato di vincere anche per lui».
Il tifoso è stato prontamente informato: «Marco mi ha sorriso ed era felice quando gli ho riferito il messaggio del nostro vice mister». La grande famiglia granata gli si è stretta attorno, in un crescendo di commozione: «Le condizioni di Marco sono stazionarie e i medici non si pronunciano», ha scritto ieri il papà, «Marco è bravissimo e paziente, a volte un po’ stanco. Ci ha fatto molto piacere la dedica a Marco della vittoria del Citta. È stato un gesto molto semplice che ci ha confermato l’affetto e la vicinanza di una città e di tutta la comunità. Il ragazzo “lotta come un leone”, è supportato nella respirazione, ma non vuole mollare». «Preghiamo per tutti i malati di Covid e per Marco», conclude Pietro, che vuole condividere presto con il figlio un obiettivo, bello e semplice come sa essere la vita: «Noi in tribuna est ci vogliamo tornare». —
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