Il clan Celentano contro Lei: «Dal direttore frasi lesive»
ROMA
«E' stato un sermone inutile e inopportuno». Così il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ieri ha definito l'intervento di Adriano Celentano al festival di Sanremo, nel corso dell'audizione in Commissione Vigilanza Rai. E il Molleggiato torna a far discutere. In suo favore resuscita il Clan che diffonde alla agenzie un comunciato di solidarietà al Fondatore. «Smentiamo ancora una volta responsabilità per un eventuale mancato introito per la Rai. Adriano Celentano è rimasto nei tempi stabiliti e concordati contrattualmente con la Rai». La querelle nasce dal fatto che la lunga performane dell’artista avrebbe impedito la messa in onda di break pubblicitario durante la serata inaugurale del Festival.
«Pertanto - prosegue il Clan - presunte problematiche relative alla messa in onda di spot pubblicitari, e conseguenti eventuali mancati introiti, non possono essere attribuiti a tale esibizione ma andrebbero eventualmente ricercati altrove come, ad esempio, l'impossibilità di effettuare quella sera la votazione della giuria demoscopica che avrà sicuramente stravolto la scaletta».
Il Clan di Celentano dice la sua anche sul codice etico: «Che sia la prima volta che un artista di calibro abbia firmato il codice etico ci sorprende visto che nel corso della trattativa con la Rai per la partecipazione di Adriano Celentano al festival di Sanremo ci era stato assicurato che anche altri artisti importanti lo avevano firmato. In ogni caso ci chiediamo a cosa serva un codice etico se non lo firma nessuno. Probabilmente non lo rispetta nessuno, a cominciare dalla Rai e di questo, nell'ambito della nostra trattativa, ne abbiamo avuto una riprova».
«Lorenza Lei sin dal primo momento della trattativa considerava, "inutile e inopportuna" la presenza di Adriano Celentano al Festival. Stravagante e comica è la ricostruzione che sembra considerare deplorevole la partecipazione di Adriano al Festival e meritevole l'aumento degli introiti pubblicitari, facendo intendere che si tratti di due aspetti non collegati tra loro. Riteniamo comunque tale comportamento molto grave e lesivo».
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