«Il compost è in regola. E la gestione Sesa?»

Pizzo (Piove di Sacco): «Si mette sotto accusa il concime e intanto l’unico organo di controllo delle attività sociali è in stallo da anni»



Mentre ci sono sindaci che - dopo aver fatto per anni orecchie da mercante rispetto alle lamentele e preoccupazioni di cittadini e comitati - in fretta e furia firmano ordinanze per vietare lo sversamento di compost prodotto da Sesa sul loro territorio, ce ne sono altri che hanno preteso dall’Agenzia regionale per l’Ambiente, l’Arpav, un’analisi dettagliata di quel compost. E oggi si dicono più che sereni. E mentre ci sono sindaci che da anni avvallano ogni cosa che Sesa fa nell’ambito della concessione per la raccolta de rifiuti nella Bassa Padovana e nel Piovese - 30 milioni di euro l’anno - ce ne sono altri che qualche perplessità provano a sollevarla. Se non altro visto a cosa ha portato la cieca “fiducia” dei sindaci in quella che fino a un paio d’anni fa, proprio nell’ambito di quella concessione, era socia in affari di Sesa: quella Padova Tre fallita sotto il peso di 40 milioni di euro di buco. Si vorrebbe storia del passato. E invece è presente e futuro. Sì, perché quel buco lo stanno pagando i cittadini, sotto forma della forbita formula della ristrutturazione del Consorzio Padova Sud (figurarsi che era socio unico di Padova Tre e suo controllore) che i loro sindaci fiduciosi continuano a tenere in piedi. La sintesi? I debiti al popolo, a Sesa la concessione da 30 milioni di euro. E senza alcun organo di controllo, perché l’unico previsto dalla legge, il Consiglio di bacino, viene deliberatamente tenuto in stand by. Ora proviamo a riempire qualche casella.

il compost

Sesa esegue il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti per il Comune di Piove di Sacco. Da due anni il compost di Sesa, prodotto grazie al trattamento della frazione umida, viene distribuiti ai cittadini per concimare orti e giardini. «Personalmente ho chiesto all’Arpav, oltre che come vicesindaco di Piove anche come presidente del Consiglio di bacino, l’analisi del compost» dichiara Lucia Pizzo, «passaggio necessario e doveroso visto che viene distribuito alla cittadinanza». Ebbene la relazione inviata dall’Osservatorio Rifiuti di Arpav recita: «L’impianto di Este (Sesa, ndr) è stato oggetto di controlli e verifiche analitiche sui rifiuti in ingresso e sul composto prodotto il quale è risultato sostanzialmente conforme alla normativa sui fertilizzanti». E riporta i risultati sui campioni effettuati dal 2010 al 2019 in relazione ai limiti più restrittivi introdotti dal decreto legislativo 75/2010. Continua la relazione: «Laddove sono state riscontrate non conformità, il compost è stato ritrattato in impianto o smaltito in discarica. Le stesse analisi effettuate dal laboratorio incaricato da Fanpage» sottolinea la relazione, «confermano la piena conformità del compost ai limiti previsti dalla normativa».

il controllo

«È molto semplice avere una risposta sulla conformità o meno del compost» rileva Pizzo, «perché esiste un Agenzia regionale che fa i controlli. Il compost qui diventa arma di distrazione di massa. Quello che manca, e sembra non interessare, è l’organo di controllo sulla gestione del servizio rifiuti. Quel Consiglio di bacino di cui pur sono presidente, che tuttavia da anni vive uno stato di “ibernazione”, non potendo essere operativo. Il motivo? La liquidazione ancora in corso dei vecchi Bacini Pd3 e Pd 4. Un caso? Direi di no, visto che il primo commissario nominato per la liquidazione che tanto celermente stava lavorando, è stato improvvisamente dimissionato dalla Regione e al suo posto è stato nominato un altro commissario (Roberto Morandi, ex dirigente regionale in pensione, era finito davanti alla Corte dei Conti per il caso Cosecon Attiva, posizione prescritta, ndr) dal quale non si ha alcun riscontro». Nel frattempo Padova Tre è fallita, il suo debito se l’è accollato il Consorzio Padova Sud, cioè i Comuni, e Sesa si è tenuta la concessione da 30 milioni di euro l’anno senza che nemmeno venisse rinegoziata. Ma c’è di più. Il vecchio vizio del conflitto di interessi fra controllori e controllati resiste granitico, tant’è che il sindaco di Este, che controlla il 51% di Sesa, rivendicherebbe un posto nel direttivo del Consiglio di bacino, così da indossare contemporaneamente la giacchetta di controllore e controllato. E questo è quello che resta della lezione Padova Tre. —

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