Il finto medico ora rischia il processo

Chiusa l’indagine su Adriano Buranello, accuse di esercizio abusivo della professione e truffa
GENESIN - INCONTRO AVVOCATI IN TRIBUNALE
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TREBASELEGHE. Faceva il medico pur avendo in tasca solo il diploma di terza media e qualche attestato ottenuto in scuole serali di naturopata e cromopuntore. E vantava anche una competenza da consulente delle cinque leggi biologiche, curando il tumore con sciroppo a base di alloro, vitamine e fiori di Bach: chi si rivolgeva a lui, entrava a suo dire «in autoguarigione». Così non è stato per una ragazza colpita dal linfoma di Hodgkin che si era allontanata dai protocolli terapeutici ufficiali convinta da quel “medico” a seguire le sue indicazioni, promettendo benefici secondo le teorie propugnate dal medico tedesco Ryke Geerd Hamer creatore della cosiddetta “Nuova Medicina”. Si tratta di Adriano Buranello, 53 anni residente a Trebaseleghe ma domiciliato a Pove del Grappa nel Vicentino: il pubblico ministero Francesco Tonon ha chiuso formalmente l’indagine a suo carico, atto preliminare alla richiesta del processo. Le accuse contestate a Buranello sono di esercizio abusivo della professione medica continuata (dal giugno 2011 all’ottobre 2012) e di truffa aggravata nei confronti della giovane affetta dalla neoplasia. Giovane che aveva pagato una visita 80 euro (60 senza la ricevuta fiscale). È stato il fidanzato di quest’ultima a rivolgersi ai carabinieri del Nas che hanno messo a punto gli accertamenti nei confronti di Buranello, scoprendo che nel suo pc risultavano memorizzati cartelle cliniche con individuazione delle patologie, anamnesi e ricettari con prescrizioni di cure e somministrazioni di rimedi per circa 300 pazienti seguiti dal giugno 2011 all’ottobre 2012. Ma i carabinieri hanno acquisito pure documenti relativi alla donna affetta dal linfoma di Hodgkin: a lei Buranello aveva prescritto in più aerosol erboristico e semi di lino da applicare sullo sterno. Il finto medico l’avrebbe indotta ad abbandonare la terapia farmacologica e gli esami prescritti dagli specialisti. Anzi, le avrebbe paventato che le cure tradizionali non l’avrebbero fatta guarire in quanto la radioterapia ucciderebbe le cellule che, con il dolore, si rigenerano come sostenuto dalle teorie del medico Hamer. Per la “Nuova Medicina”, infatti, le cure tradizionali servono solo per ridurre la sintomatologia dei disagi emotivi o fisiologici insopportabili per il paziente. Hamer parte dal principio che ogni essere vivente sia dotato di «programmi biologici di sopravvivenza»: non appena un forte trauma o conflitto colpisce l'individuo in maniera improvvisa, il cervello favorirebbe la comparsa della malattia per permettere di superare il trauma che altrimenti porterebbe alla morte.

Cristina Genesin

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