Il gestore non paga il mutuo e il municipio rischia il crac

La Gis salta la rata da 80mila euro per l’impianto Le Magnolie. Il Comune tampona con il deposito cauzionale, ma il Credito sportivo avanza ancora 2 milioni e mezzo
Di Paola Pilotto

PIAZZOLA SUL BRENTA. Scoppia la “bomba piscina” e il palazzo comunale trema. Lo temevano molti e lo scongiuravano tutti: se l’ente gestore del centro sportivo Le Magnolie di via Fermi, la società Gis Arl, non avesse pagato le rate del mutuo con il Credito sportivo, per il comune sarebbero stati guai seri, visto che nel 2011 aveva concesso una fideiussione di 2 milioni e 840 mila euro. E così sembra proprio stia accadendo. Alla scadenza del 15 ottobre, la Gis non ha onorato il pagamento semestrale della 5ª rata del mutuo, pari a 80.799 euro. Al suo posto dovrà quindi farlo il comune, che fortunatamente, nell’immediato, è coperto da una polizza bancaria di 200.000 euro che la Gis aveva rilasciato come contro-garanzia. Una rassicurazione da poco, però, perché se il gestore delle piscine dovesse smettere di pagare anche le rate successive, il valore della polizza basterebbe a malapena per stare tranquilli un anno. Dopodiché arriverebbe la mazzata sul bilancio comunale del residuo del mutuo, ovvero 2 milioni e 615 mila euro. Un vero disastro, tutt’altro che remoto.

L’amministrazione comunale, dopo il recente intervento della Corte dei Conti che ha evidenziato diverse criticità sulla situazione debitoria pregressa del Comune, ha accantonato 20.000 in un fondo di riserva. Briciole, rispetto a ciò che si dovrà mettere da parte. «Di più non eravamo in grado», ammette in sindaco Enrico Zin. «Abbiamo il bilancio ingessato e per questo ho chiesto l’attivazione di una commissione d’indagine. Il mancato pagamento da parte della Gis ci mette chiaramente in allarme. Ora ci attiveremo per vantare la polizza di 200.000 euro, ma è chiaro che, in caso di interruzione anche delle successive rate, il problema fra un anno sarà gravissimo. Oltre 2 milioni e mezzo di euro di fideiussione rappresentano poco meno delle entrate tributarie del comune (3.350.000 euro). Anche con una rateizzazione di 200.000 euro l’anno, saremo messi in ginocchio: equivale a eliminare in toto il trasporto scolastico e i contributi alle scuole materne paritarie. Cosa tagliamo per far fronte a questo debito che abbiamo ereditato, frutto di scelte azzardate e poco lungimiranti? Ci dovremo attivare, per non far chiudere l’impianto, e riaffidare la gestione con ulteriore dispersione di tempo e denaro. Senza tener conto del “pallone verde”, la struttura polivalente a fianco delle piscine, realizzata dalla Gis ma rimasta incompleta e inagibile. Quel centro sportivo è stata un’operazione che ha affossato Piazzola».

Altra questione scottante è la Stu, la società a trasformazione urbana “Obiettivo Sviluppo”, che ha realizzato la zona industriale e che dal 2012 è in liquidazione. «Il Comune è socio per il 19%», incalza Zin, «ed essendoci un debito di 12 milioni di euro, la Corte del Conti ci esorta ad accantonare ulteriori fondi di riserva in proporzione alla quota: vale a dire altri 2.400.000 oltre a quelli della piscina. Tanto vale chiudere il palazzo e gettare le chiavi».

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