«Il Ghetto non deve perdere la sua anima artigianale»

Festa ieri per Nini “il chirurgo del pedale” e Toni “baffo” che chiudono bottega Dopo 53 anni di attività, occhi lucidi e una targa ricordo per i due negozianti
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-BRINDISI CON NINI E TONI PER LA CHIUSURA DELL'ATTIVITA'.
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-BRINDISI CON NINI E TONI PER LA CHIUSURA DELL'ATTIVITA'.

Le mani di Nini, ancora un po’sporche del grasso di bicicletta, e quelle di Toni, umide dopo l’ultimo taglio di capelli, sorreggono le due targhe dorate donategli dagli amici del Ghetto. I commercianti li hanno voluti salutare così, dopo 53 anni di attività. Nini “il chirurgo del pedale” e Toni “il baffo perfetto” sorridono e non nascondono commossi occhi lucidi. Il 31 dicembre infatti il barbiere Antonio Furlan detto “Toni baffo” e il meccanico di biciclette Giovanni Piras, per tutti “Nini” , chiuderanno le due storiche botteghe di via dell’Arco. «È arrivato anche per noi il momento di andare in pensione», spiegano tutti e due, felici ma già con un pizzico di nostalgia. Due chiusure che sottolineano come un pezzo di storia di quel Ghetto fatto di vecchi mestieri e di artigiani se ne andrà per sempre.

Arte e mestieri

«Via dell’Arco un tempo era l’angolino artigianale della città, il fulcro commerciale del Ghetto, dove si fondevano arte e mestieri. Un Ghetto che speriamo non perda mai troppo la sua anima», dicono. Di botteghe storiche infatti ne rimangono purtroppo ancora poche. In via dell’Arco solamente tre l’ottica Strati, all’angolo con via Marsala, il salone di manicure e pedicure Dirce e Giancarlo e l’oreficeria Sorgato. Senza contare lo storico Hotel Toscanelli. «L’ottica è stata aperta dallo zio, Silvano Sarti, nel settembre del 1976», racconta Davide Panetta, che con il papà, Fiorino Panetta gestisce l’attività. «Una volta la strada era ricca di botteghe storiche. Al posto dell’hamburgeria c’era addirittura una macelleria ebraica che aveva il macello nel piano interrato. Ora la via, e il Ghetto più in generale, sono cambiati». E forse hanno anche un po’perso la propria identità. «Sicuramente non sono più caratteristici come lo erano una volta. E ora che se ne vanno Toni e Nini tutto diventerà certamente un po’più anonimo», dice un residente di via Soncin. La storia se ne va ma non si può dire che rimangano tante serrande abbassate. Molti negozi che erano rimasti sfitti negli ultimi due anni fortunatamente sono stati affittati nuovamente. «Dopo un periodo un po’buio recentemente hanno aperto diverse attività nuove. Certo il Ghetto non è mai stato via Roma, ma comunque ultimamente ha iniziato a tornare in voga, anche per chi vuole investire in nuove aperture». In uno scenario dove le botteghe storiche cedono il passo alle novità, c’è anche chi è riuscito a dare una continuità alla propria attività, come Nini il biciclettaio. Il suo negozio dal 31 dicembre non chiuderà proprio del tutto, ma semplicemente lascerà il posto a una nuova generazione.

Nuove generazioni

Subentrerà infatti Giorgio Zanardo, che da diversi mesi ormai va a bottega da Nini per imparare il mestiere e che sarà il nuovo meccanico delle biciclette di via Dell’Arco. Toni Baffo invece abbasserà le serrande definitivamente. In ogni caso ieri sera i commercianti del Ghetto insieme ad alcuni residenti hanno voluto salutare i due storici artigiani con un brindisi. A organizzare il momento di ritrovo, Pino, il titolare dell’Enotavola di via dell’Arco. «Abbiamo voluto fargli sentire quanto siano importanti per noi commercianti della via e dimostrargli la stima che nutriamo nei loro confronti».

Alice Ferretti

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