«Il lavoro ora c’è in Romania, immigrati vi conviene rimpatriare»

PADOVA. «Rumeni, tornate a casa. Tornate dalle vostre famiglie. In Italia non c’è lavoro. L’Unione Europea ha finanziato un progetto che si chiama “Dezvoltarea zonei rurali in Romania” dove è garantito uno stipendio mensile, che va da 700 a 1.300 euro». Questo, in sintesi, il messaggio del volantino che, nei giorni scorsi, ha tappezzato i muri dell’Arcella, in particolare quelli delle case che si affacciano su via Tiziano Aspetti, ma non solo.
Sono indicati due numeri telefonici a cui rivolgersi, ossia il numero nazionale 380-5983974 e quello rumeno 0040- 0731708846. Ma proprio la presenza di due soli numeri di cellulare, senza il riferimento ad alcuna istituzione, fa dubitare dell’attendibilità dell’annuncio: «Non mi sembra per niente affidabile - commenta a caldo la consigliera comunale Nona Evghenie - ho sentito alcuni amici che mi hanno messa in guardia su questo tipo annunci. Credo che, a riguardo, interverremo addirittura come comunità».
D’altronde non è la prima volta che in città, da quando è scoppiata la grave crisi economica ancora in corso, parte un progetto sociale per far tornare i rumeni nel loro Paese.
Poco tempo fa toccò all’Enaip/Acli, la scuola di guidata da Antonino Zilio, illustrare, in un convegno, i risultati di un’indagine sui rumeni che vivono nel Veneto (circa centomila) e, in particolare a Padova (minimo trentamila).
I numeri accertavano che un rumeno su due è stanco di vivere in un Paese in cui manca il lavoro e dove diventa sempre più difficile, per uno straniero, comprare o affittare una casa. «Progetti di questo tipo esistono - prosegue la consigliera comunale - questo perché in Romania c’è lavoro, ma manca la manodopera. Quindi il Governo periodicamente investe per incentivare i giovani a tornare. Qualche giorno fa la nostra stampa dava notizia di stanziamenti fino a un massimo di 70 mila euro per sostenere l’avvio di nuove imprese rurali. In ogni caso, comunque, di fronte a qualunque avviso, non bisogna seguire l’istinto, fare le valigie e partire, ma assicurarsi dall’Italia un percorso di rientro in patria guidato e garantito».
Dubbioso anche Nicolae Alexandru Die, presidente dell’Associazione rumeni di Padova: «Bisogna stare molto attenti - avverte - la comparsa di questi volantini è ciclica e talvolta non gode di copertura finanziaria. Noi, come associazione, assieme alla Confederazione degli agricoltori stiamo cominciando a studiare sulla possibilità di finanziare piccoli agricoltori, accedendo proprio a fondi europei».
(f.p.)
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