«Il mercato del sabato in Prato ormai è morto»

Il mercato settimanale del sabato, in Prato della Valle, è morto. Prima lo diceva solo Enzo Sabbadin, l’ambulante-allenatore di Brusegana, che in Prato ha un banco di articoli per la casa assieme al figlio Massimiliano, pure lui allenatore di calcio. Adesso, invece, lo sostengono quasi tutti gli altri 150 colleghi, nella maggioranza residenti a Padova e nei paesi della cintura e a Solesino. Sabato, davanti alle 152 bancarelle, nonostante non fosse una giornata particolarmente fredda, i clienti erano pochi. Gli addetti ai lavori dicono che, negli ultimi dieci anni, ci sia stato un calo nelle vendite tra il 30 ed il 40%. «È vero», sottolinea Sabbadin senior. «Il mercato è morto. Addio alla bella clientela che c’era una volta, quando qui veniva a fare la spesa per la casa e per tutta la famiglia anche la piccola borghesia della città e dei paesi limitrofi. Oppure arrivavano in massa i turisti in vacanza ad Abano e Montegrotto. Da alcuni anni vengono in Pra’ solo acquirenti con pochi soldi in tasca, tra cui le badanti straniere e gli immigrati con lavoro precario, che non possono spendere troppi soldi. Il mercato dei tempi d’oro non c’è più. Sono sempre più numerosi i banchi, gestiti dai pakistani o da altri immigrati dell’ultima generazione, dove la roba è in vendita da 1 a 5 euro».
Commenti amareggiati anche da parte dei commercianti Otello Malinpensa di Legnaro e Mauro Fidelfati di Casalserugo. «Che desolazione», osserva il notissimo ambulante del Piovese. «Ogni mese che passa i banchi italiani diminuiscono, resta un po’ di qualità al prezzo giusto e, naturalmente, tutti articoli competitivi con i negozi del commercio fisso, ma ormai il grande mercato del sabato, nella piazza più grande d’Italia, è acqua passata».
Dello stesso avviso Fidelfati: «Il mio banco di scarpe è stato aperto nel 1952 da mio padre. Per decenni è stato uno dei più belli e popolari assieme, ad esempio, a quello gestito dai fratelli Pittarello, che si sono ritirati dal Prato 18 anni fa. Adesso davanti a noi spesso c’è il deserto. La bella clientela di una volta, con il portafoglio gonfio in tasca, non si vede neanche con il binocolo».
Nel dibattito interviene anche Ilario Sattin, con grande banco quasi di fronte alla Loggia Amulea e presidente di Fiva-Ascom. «O abbiamo il coraggio di riqualificarci e di mettere in campo un progetto di rilancio a tutti i livelli oppure il mercato è destinato a scomparire. Non possiamo lasciare tutto lo spazio possibile ai nuovi ambulanti immigrati che non hanno alcuna competenza professionale».
Felice Paduano
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