"Il mio Announo dei giovani"

ROMA. «Dare voce a chi non ce l’ha» ed «evitare il solito teatrino della politica». Sono questi i principali obiettivi che Giulia Innocenzi vuole raggiungere nel suo programma “Announo”. La seconda edizione del programma, nato da una costola di “Annozero” di Michele Santoro, torna da oggi nella prima serata di La7 e conferma la formula dell’“uno contro tutti”, con un ospite al centro che si sottopone al fuoco di fila di 20 ragazzi. È a questa giovane giornalista, classe 1984, che Santoro ha deciso di passare il testimone concedendosi solo il vezzo di aprire ogni puntata di “Announo”. Una sfida difficile che però non sembra spaventare Innocenzi.
Giulia, come si fa a far tornare l’interesse per la politica attraverso la tv?
«Questa è la mia sfida più grande, è la mia sfida personale: raggiungere i giovani, parlare il linguaggio di chi sta a casa. I politici mettono in scena un teatrino prevedibile. Mentre nella formula dei ragazzi con l’ospite c’è un fattore di imprevedibilità dovuto proprio alle loro domande. E il nostro sforzo sarà proprio quello di avvicinare il pubblico a casa. Per questo parleremo sì di lavoro e di immigrazione, ma anche di eutanasia e di diritti civili, argomenti che interessano molto e di cui si parla poco. Quello che non vorrò mai fare è mettere in scena il solito gossip politico: è questo che allontana il pubblico. Qualunque argomento può essere politico, ma basta con il chiacchiericcio da corridoio di palazzo».
Perché, secondo lei, i talk politici sono in crisi di ascolti?
«Che i talk siano in difficoltà è vero, ma in crisi di ascolti no. I numeri non sono calati così tanto, è l’offerta ad essere aumentata e quindi anche la stanchezza per il genere, che capita anche in un momento in cui lo scontro politico non c’è: c’è solo Renzi e su di lui la gente dice ancora “lasciamolo lavorare”».
Lei non è esattamente una “renziana”.
«Io? Prendo le distanze con chiunque sia al potere. Ho appoggiato Renzi nella fase “rottamazione”, ora sto ancora aspettando di vedere i fatti».
È cambiato qualcosa nella formula di “Announo”?
«La formula dei ragazzi è confermata, con la differenza che non saranno solo in studio ma li mandiamo anche fuori a mettere le mani nella realtà, a confrontarsi con le loro convinzioni».
Cioè, cosa fanno?
«Ad esempio, c’è questa ragazza, Isabella, che ce l’ha con gli immigrati. Così l’abbiamo mandata in un centro d’accoglienza e vedremo se sarà ancora così convinta che gli stranieri devono andare tutti via, oppure no. Poi ci sarà Santoro ad aprire ogni puntata con “l’anteprima”. Vauro farà una telecronaca velenosa insieme ad un compagno di viaggio che sveleremo solo stasera. Marco Travaglio sarà l’ospite speciale di una puntata in questa edizione ed anche in quella del 2015. E avremo i The Jackal che hanno già preparato un video esilarante».
Qual è l’ospite di stasera?
«Maurizio Landini, che è l’anti-Renzi, ed è paradossale perché oggi lo scontro è tutto a sinistra».
Chi sono i 20 ragazzi in studio?
«Li abbiamo cercati in giro per l’Italia: c’è il piccolo imprenditore di successo trentenne, il disoccupato, il leghista. Sono tutti under 35, concentrati soprattutto nella fascia 20-30».
Le hanno appioppato il nomignolo di “santorina”, hanno scritto che per il programma si è ispirata al primo “Amici” di Maria De Filippi. Al di là delle etichette, lei che tipo di informazione vuole fare?
«Voglio dare voce a chi non ce l’ha. Io sono partita dalla politica (sono radicale) e sono arrivata al giornalismo per caso. Poi mi sono resa conto che il giornalismo può essere usato come un megafono, e che si può ottenere qualche risultato: è questo il mio obiettivo».
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