Il nuovo tormentone «Mai una gioia» colora la Guizza

Da striscione a fenomeno della rete, lo slogan popola i muri e adesso racconta con ironia le delusioni dei padovani

PADOVA. «Mai una gioia» a Padova. Ormai lo slogan nato un po’ per caso sui social network dove si prendono in giro personaggi famosi o che hanno fatto la storia, e da uno striscione che apparve nella curva romanista dello stadio Olimpico prima della partita di calcio Roma-Catania, è entrato di diritto nel gergo non soltanto dei giovanissimi, ma anche degli adulti. «Mai una gioia», italianizzato dal romano «mai ‘na gioia» sul web è stato messo in bocca anche ad Adolf Hitler ed è diventato un aforisma cult dei giorni nostri, tanto da dare origine ad un vero e proprio trend che impazza non solo on-line, ma anche per le strade. Comprese quelle padovane.

Dall’abbigliamento, ai manifesti, ai blog così intitolati su internet, ai gruppi Facebook, fino ai muri ormai invasi dallo spray delle bombolette che ne disegnano i contorni. Alla Guizza «Mai una gioia» appare ovunque, dai muri in via Tigli, a quelli nei pressi del supermercato Alì ai confini con Albignasego, alle sbarre del ponte del Bassanello. Ciò che era nato come una battuta da stadio è oggi un vero e proprio fenomeno di costume.

Utilizzato per i titoli di giornale, per le prese in giro tra politici, per i nuovi album dei cantautori (così dovrebbe chiamarsi il nuovo disco di Dente) o per battezzare i festival musicali e tant’altro, l’aforisma nella sua accezione stempera il clima di delusione che coinvolge il Paese negli ultimi anni, ogni volta che si riceve una brutta notizia o che qualche progetto non va a buon fine.

Anche Padova quindi ha i suoi «Mai una gioia» e quindi le sue delusioni. Negli ultimi mesi le scritte sono apparse in città un po’ ovunque. Questo sta ad indicare quanto il fenomeno sia stato trasmesso in pochi mesi, e quanto due semplici parole rappresentino uno stato d’animo talmente diffuso da raccogliere consensi in tutti i settori. «La moda riflette i nostri tempi, il loro trend di stile, ma è anche lo specchio dei nostri sentimenti. L’occhio della moda è un occhio sensibile» diceva Audrey Hepburn, una delle migliori interpreti di tempi e mode. È proprio questo il senso per cui è in voga il detto «Mai una gioia». Per questo è facile trovarlo in ogni angolo della città. Perché riflette i nostri tempi ed è lo specchio dei nostri sentimenti, quelli in cui anche Padova, i suoi muri, le sue strade, i suoi palazzi e i suoi abitanti hanno poche gioie, ma ancora voglia di riderci sopra.

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