Il padre dell'ex marito di Debora: «Mio figlio morto, un mistero»

Luigi Berto continua a manifestare i suoi dubbi su quello che per la Procura è stato archiviato come suicidio

PADOVA. «In quindici anni non sono mai stato contattato dalla polizia e non so ancora perché mio figlio si trovasse a Vicenza». Il giorno dopo la decisione della procura vicentina di non aprire una nuova indagine sulla morte di Giuseppe Berto, trovato senza vita nel 2001 in un garage di strada Marosticana a Polegge un anno dopo la scomparsa, il padre Luigi ha comprensibilmente poca voglia di parlare.

Debora: «Sto con il maresciallo, nessuno mi controllerà»

Il caso è stato archiviato come suicidio, ma né lui né la moglie Marisa credono alla verità ufficiale. Non lo hanno mai fatto in tutti questi anni, soprattutto perché la fine del primo marito di Debora Sorgato, attualmente in carcere con l’accusa di aver ucciso la segretaria Isabella Noventa, lascia aperti numerosi interrogativi.

I coniugi Berto, che vivono a Saonara, avevano già espresso le loro perplessità. «È sempre stato un mistero, non abbiamo mai saputo. Hanno sempre detto che si è ucciso, però le spiegazioni non le abbiamo mai avute», aveva detto la madre di Giuseppe, che all’epoca della morte aveva 32 anni e si era separato dalla Sorgato nel 1998. Dubbi e concetti ribaditi dal marito Luigi: «Il riconoscimento del corpo lo aveva fatto mio cognato, ma noi non abbiamo mai saputo nulla».

Il parente che aveva identificato la salma aveva comunque avuto dei dubbi. E anche una cugina aveva espresso le proprie perplessità. Ma pure altri particolari avevano concorso ad alimentare il “giallo” di quella morte. Luigi Berto assicurava di aver ricevuto una telefonata inquietante il 12 gennaio del 2001, otto giorni prima della scoperta del cadavere. Una voce maschile, che somigliava in modo sorprendente a quella del figlio, gli avrebbe detto: «Ciao, parla Bepi... Non preoccuparti, sto bene». Possibile che si fosse trattato di un tentativo di depistaggio? E per quale motivo, visto che gli inquirenti hanno affermato sin dal primo giorno che si era trattato di un suicidio.

Alle stesse conclusioni è giunto anche il procuratore capo Antonino Cappelleri, che l’altro giorno ha riesaminato il fascicolo relativo al decesso dell’ex coniuge della Sorgato, la cui vita è costellata di morti e misteri.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova