Il palazzo di via Manin sarà venduto dal Comune

È nel piano di alienazioni voluto da Bitonci, assieme a Palazzo Angeli in Prato Oggi ci sono una storica caffetteria e una tabaccheria, ma era dei Carraresi
Di Claudio Malfitano

Il Comune mette in vendita il palazzo della Caffetteria Manin, in pieno centro storico. È l’immobile che si trova tra l’omonima strada e via Monte di Pietà. Un affare da un milione e 227 mila euro, secondo la stima fatta dall’Agenzia delle entrate poche settimane fa.

La vendita rientra nell’ambito del piano di alienazioni dei “gioielli” di Palazzo Moroni avviato dall’amministrazione Bitonci per fare cassa. Dopo Palazzo Angeli in Prato della Valle (che potrebbe essere scambiato con una o più caserme del Demanio), adesso tocca allo storico edificio di via Manin, che rappresenta il retro del complesso della loggia della Gran Guardia.

L’immobile è composto da un magazzino interrato di 54 metri quadri e da due negozi al piano terra. C’è la tabaccheria “Duomo”, grande appena 27 metri quadri, che paga al Comune un canone di locazione di 9.133 euro annui. E poi c’è la storica caffetteria “Manin”, ampia 70 metri quadri, che ha un contratto di locazione scaduto e paga un’indennità di occupazione di 12.905 euro annui. In più ci sono il primo e il secondo piano (rispettivamente di 110 e 120 metri quadri) che fino a qualche mese fa ospitavano un settore comunali e alcuni uffici sindacali.

La destinazione urbanistica è molto ampia: residenziale, commerciale, direzionale, turistica e artigianale all’interno del centro storico. Per cui l’eventuale acquirente avrà mano libera per ogni tipo di intervento. Con l’unico vincolo delle prescrizioni della Soprintendenza come bene storico.

Non si tratta infatti di un palazzo qualunque: uno degli antichi atti di cui è rimasta testimonianza a Padova è proprio il contratto di vendita di quella casa (all’epoca posta all’incrocio tra le Beccherie vecchie e la Strada maggiore) da parte di Francesco II Novello di Carrara. Un atto datato 1391, dunque fino al ’300 quel complesso era di proprietà dei Carraresi.

Il palazzo è rimasto di proprietà privata fino al 1526, quando era tra i possedimenti della famiglia Correri di Bergamo. Non si trovano altre notizie fino agli inizi dell’800, quando l’edificio entra nuovamente a far parte della proprietà comunale, come documentato dai “Sommarioni Napoleonici”.

Le attività svolte al piano terra del palazzo sono, da quando se ne ha testimonianza, di tipo commerciale: c’era un’antica bottega di biciclette ed un caffè. Tanto che la caffetteria Manin si può annoverare come uno dei più antichi locali padovani.

c.malfitano@mattinopadova.it

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