Il Palio degli asini celebra la Storia

Al via questa sera a Lissaro con la benedizione dei fantini

MESTRINO. Il Palio degli asini di Lissaro da quest’anno è stato riconosciuto dalla Regione Veneto come manifestazione storica di interesse locale, come il Palio di Montagnana, quello di Sant’Antonio a Padova, dello Sparviero a Trambacche e la Giostra di Monselice. Una grande soddisfazione per gli organizzatori, che stasera daranno il via alla sedicesima edizione, con la quintana tra i paesi di Arlesega, Bosco di Rubano, Villaguattera e Campodoro: il vincitore domani potrà partecipare al Palio, che sarà preceduto dal corteo storico formato dai tamburini e sbandieratori del gruppo figuranti della Curtis di Lixaro, insieme a quelli della contrada di Marendole di Monselice. Lo stendardo del Palio è stato composto da Paolo Levorato, assemblando i disegni dei bambini. Ma cosa ricorda il Palio degli asini di Lissaro?

«Il rapimento del vessillo vicentino da parte dei padovani nel 1002 presso l’Hospitale (ricovero per i pellegrini) di Santa Maria del Zocco, in terra padovana e sotto la giurisdizione della Pieve di Lissaro», racconta Renzo Paccagnella, responsabile organizzativo del Palio. «Il vessillo portava dipinto un asino (e, infatti, durante i festeggiamenti impiccarono un animale in piazza) e per restituirlo, i padovani pretesero un lauto banchetto a base di salsicce». Il Palio, la corsa a dorso d’asino, ricorda appunto quell’evento (le condizioni degli animali, che arrivano dalla fattoria Terra degli asini, saranno controllate da un veterinario). Avrà inizio stasera alle 20.45 con la benedizione del fantini e l’offerta dei ceri, l’alzavessillo sul campanile, la quintana e lo spettacolo “Lo giullaro” di Monaldo Istrio. Domani, invece, si svolgerà il Palio vero e proprio: alle 17 sfilata in costume, alle 17.45 la gara, alle 18.30 al vincitore sarà consegnato il vessillo. (cri.s.)

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