Il Papa accende i ragazzi del Barbarigo «La vita è passione»

Il pontefice ha risposto alle loro domande: «Siate inquieti» Studenti, insegnanti, personale e amici: in 1.300 all’udienza

Le domande erano state preparate per tempo e inviate con ampio anticipo, ma nessuno si aspettava che il Papa avrebbe risposto in modo così puntuale, di fronte al mondo. «È stata un’emozione immensa per tutti» racconta don Cesare Contarini, rettore dell’istituto vescovile Barbarigo, che ieri ha accompagnato i suoi studenti in udienza dal Papa per il centenario della scuola.

Partiti in 1300

Da Padova sono partiti in più di 1300: «sette pullman organizzati da noi» spiega don Cesare «più altri sono arrivati con mezzi propri. C’erano studenti, ex studenti, genitori, nonni, zii. E poi, ovviamente, tutto il personale con le relative famiglie. É stata una mobilitazione enorme». Ad accompagnarli anche il vescovo Cipolla.

Tre domande

La prima delle tre domande a cui il Papa ha risposto era di Sofia Casalini, studentessa di terza media, che ha chiesto come affrontare la scelta della scuola superiore.

«Il punto di riferimento più importante» dice Papa Francesco «lo troverai in te stessa. Ma soprattutto lo troverai nell’entusiasmo giovanile. Non siate giovani da divano: la giovinezza per voi non è passività».

La seconda domanda era di Aldo Carraro, di seconda superiore (indirizzo ragioneria), che ha raccontato l’esperienza al Barbarigo: una scuola dove ci si confronta anche sulle grandi domande della vita e si sperimenta la gioia di mettersi al servizio degli altri. Quindi, Aldo ha chiesto al Papa quali difficoltà abbia incontrato durante la sua gioventù.

Apritevi alla bellezza

Qui il Papa ha girato la questione, invitando i giovani a concentrarsi sulla bellezza della vita: «non confrontatevi solo con i problemi, ma anche con l’arte, la bellezza. Quella che stiamo vivendo è una cultura della morte, del silenzio, dell’indifferenza».

A proposito del suo percorso personale, Francesco ha ricordato di quando era ragazzino, del lavoro estivo e anche delle serate tra amici: «mio padre diceva che dovevo imparare a lavorare, e così a 13 anni ho iniziato a pulire in fabbrica. Mi ha fatto bene, mi ha aperto gli occhi. Poi però avevo anche gli amici, in parrocchia. Il fine settimana andavo anche a ballare».

A porre l’ultima domanda è Giovanni Grigolin, quinto anno di liceo classico: come affrontare il domani?

Siate inquieti

«Pregate con il cuore» risponde il Papa «non pensate alle tasche piene di soldi, ma a servire meglio gli altri. Mettetecela tutta, giocatevela tutta, non fate scelte di laboratorio. Non perdete la passione, siate inquieti. La vita si gioca con passione». In occasione dell’udienza il Barbarigo aveva preparato un’ampia presentazione, che ha compreso un’esibizione dell’Ensamble d’arpe Floriana, formata da 25 arpiste dell’istituto.

Tra i portavoce della scuola anche alcuni ex studenti: Marco Marin, medaglia d’oro di scherma e deputato, Giorgia Caovilla, imprenditrice, Giorgio Novello, ambasciatore e don Vito di Rienzo, sacerdote della diocesi di Padova.

Silvia Quaranta

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