Il pappagallo Pierino: perso, ritrovato e stecchito
Triste conclusione per l’avventurosa storia della calopsite scappata da casa. I padroni avevano affisso cartelli in tutta la città

PADOVA. La straziante vicenda inizia circa una settimana fa quando il signor Ludovico Rocca, che abita in centro con moglie e figlia, lancia
urbi et orbi
un disperatissimo appello: dal 4 luglio Pierino, maschio di calopsite (pappagallo di taglia piccoletta, guance rosse e ciuffo ritto in testa), è scappato di casa, involandosi dalla finestra in un disgraziato momento di distrazione. Vabbè che in famiglia hanno un’altra calopsite, ma Pierino è il preferito. I due psittaciformi, allevati a mano, abituati a stazionare sulle spalle dei padroni, a farsi coccolare, a volare di mano in mano, ormai fanno parte della famiglia. Anzi facevano. Almeno nel caso di Pierino.
Il povero Pierino. Già, perchè succede che ieri in redazione arriva una mail a firma di Gianni Missaglia, 65 anni, «figlio» dell’omonimo bar che il padre Bepi aprì in via Gorizia e vendette nel 1962 e «nipote» dell’altro omonimo bar aperto negli anni Ottanta in via Santa Lucia. Nella mail il signor Gianni, che nella vita (dio lo benedica) si accompagna volentieri al sorriso e se possibile alla risata, rende la comunità partecipe dell’evento luttuoso di cui è stato casuale testimone, o quasi. Marito e moglie, suoi amici che abitano in centro, domenica scorsa si sono visti entrare dalla finestra una calopsite («uguale uguale alla foto del pappagallo perso»): «lui, biologo, ha capito subito che l’animale era abituato a stare con le persone. Lo hanno accudito e lasciato libero in casa». E poi la mazzata.
«La mattina dopo l’hanno trovato stecchito». Vabbè, capita. Ma non è finita. La coppia ha usato il freezer come morgue e lì Pierino, già stecchito, si è anche intirizzito quel che basta. Il giorno dopo i due, invitati a una cena da amici sui Colli assieme al Missaglia, si sono presentati con un rigido sacchettello in mano e, prima di sprofondare nella grigliata, hanno coinvolto i presenti in una piccola e sentita cerimonia per l’addio alla bestiola. Vanga, una buchetta, Pierino duro come un baccalà, manciate di terra e il volo di un pensiero. Il Missaglia ha immortalato i momenti più toccanti della cerimonia, li ha corredati di ameno testo (comprensivo di lirici giochi di parole sul concetto di uccello morto) e ha spedito il tutto agli amici e al
mattino
che la vicenda di Pierino aveva seguito con massima trepidazione.
I padroni della calopsite ieri non erano reperibili: ancora una volta saranno i mezzi di informazione a portare la mesta notizia.
Argomenti:animali
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