Il patrimonio della Zip di Padova finisce all’asta: otto milioni tra asilo, edifici e terreni

PADOVA. L’intero patrimonio del Consorzio Zip andrà all’asta per oltre 8 milioni di euro. Finisce così una storia nata nel 1956, fatta di espropri, contestazioni e uno straordinario sviluppo industriale lungo mezzo secolo. Finisce con l’incognita del futuro economico della città e una serie di problemi: il passaggio della gestione delle strade dell’intera zona industriale al Comune con relativi oneri, lo sviluppo di Interporto e del nodo ferroviario merci, la capacità attrattiva verso le “imprese della conoscenza” e le start up.
Intanto, il liquidatore Gianluca Orrù ha disposto la vendita all’asta (che terminerà il 13 maggio) dei più importanti beni del Consorzio: il centro per l’infanzia, i laboratori della Anika e i terreni dell’area della ricerca scientifica.
I laboratori di Anika
Era stata inaugurata del 2017 la sede europea della multinazionale americana del farmaco Anika Therapeutics. La formula era stata quella del “built to suit”, con l’investimento del Consorzio che realizzava un edificio ad hoc per un’impresa che decideva di puntare su Padova. E infatti la palazzina progettata dallo studio Arvalli (con 1.394 metri quadri di superficie) risulta in locazione con contratto in scadenza al marzo 2032, con un canone annuo di 360 mila euro più Iva. La stima, effettuata poche settimane fa, permetterà di metterla all’asta ad un valore di 3 milioni e 59 mila euro. È probabile pensare che la stessa multinazionale americana possa essere interessata all’acquisto, ma certo non era questo lo schema con cui era arrivata a Padova 4 anni fa.
Il centro per l’infanzia
È un altro esempio di innovazione di cui si era reso protagonista il Consorzio Zip: realizzare una struttura all’avanguardia sotto l’aspetto progettuale ed energetico per ospitare 80 bambini (dai 3 mesi ai 6 anni) figli dei lavoratori della zona industriale. Un sostegno fondamentale all’occupazione femminile fortemente voluto da Angelo Boschetti (presidente del Consorzio dal 2006 al 2014) a cui l’asilo è stato intitolato. L’innovazione è nella struttura di tipo “cellulare” in cui ogni nucleo ospita un’aula. Ma anche questo finirà all’asta per circa 2 milioni di euro. Oggi è gestito da un consorzio di cooperative sociali onlus che pagano 10 mila euro l’anno con un contratto che li vincola fino al luglio 2024.
Terreni e strade
All’asta andreanno poi una serie di terreni inseriti nell’area della ricerca scientifica, dove c’è già la torre della Città della Speranza. Il più grande, da quasi 15 mila metri quadri, vale un milione e mezzo di euro. Poi un’area da 11.915 metri quadri stimata poco più di un milione. E un terreno di 6.503 metri quadri per altri 576 mila euro. Tutti urbanisticamente inquadrati come «attrezzature di interesse generale a servizio della zona industriale».
C’è poi il problema delle strade, fino ad ora gestite dal Consorzio. Nel 1977 in realtà già una parte è stata trasferita al Comune, ma è in corso in queste settimane il contraddittorio per la verifica dell’elenco delle vie che dovranno essere consegnate a Palazzo Moroni. Questo comporterà per l’amministrazione comunale un aumento degli oneri di manutenzione. E il sindaco Giordani ha già fatto sapere che di questo «si dovrà tener conto nell’ambito delle future operazioni di riparto liquidatorie».
L’interporto si allarga
Una parte delle proprietà del Consorzio Zip finirà invece “in pasto” all’ampliamento dell’Interporto. La società guidata da Sergio Gelain (in vista di un ricambio di leadership) ha già presentato al liquidatore una proposta «con lo scopo di acquisire la piena proprietà di aree funzionali alla realizzazione del progetto di completamento della rete nazionale degli Interporti denominato “Masterplan 2020”». In ballo c’è la realizzazione della quinta gru a portale e l’aumento di capitale già sottoscritto dalla Camera di commercio ma non da Comune e Provincia. —
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