Il patron di Anemos Giuseppe Filippi stroncato da infarto nella sua azienda
il personaggio
Lutto nell’imprenditoria del Camposampierese: ieri è morto Giuseppe Filippi, titolare della Anemos, nota azienda di produzione di scaffalature metalliche e componibili. L’imprenditore, 83 anni compiuti a febbraio, è stato colpito da un infarto all'alba, appena messo piede in azienda. Come tutte le mattine era andato di persona a disinserire l’allarme e ad aprire: teneva moltissimo ad arrivare prima di tutti.
il ricordo e le esequie
«Nel dolore» dice la figlia Stefania «mi conforta il pensiero che papà sia morto dove avrebbe voluto: “a casa sua”. L’abbiamo pensato tutti, perché questa azienda era la sua casa. Ha voluto darci il segnale che dobbiamo andare avanti». Perciò Anemos non chiude. Per onorare l’imprenditore, la figlia, in accordo con i dipendenti, ha deciso che la produzione proseguisse a doppio turno anche ieri, come sempre. «Chiuderemo solo il giorno dell’addio, lui avrebbe voluto così». Le esequie sono già state fissate: il funerale sarà celebrato giovedì alle 15,30 nel monastero dell’Abbazia di Praglia. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Abano.
l’uomo della svolta
Filippi, ingegnere meccanico nato a Scilla e laureatosi a Padova, fu l’uomo che impresse un salto di qualità ad Anemos: fondata a Campodarsego da Paolo Pietrobon, l’azienda, che si limitava a produrre scaffalatura leggera e la commercializzava a livello locale, fu di fatto rilevata da Filippi, che ne divenne amministratore delegato, rappresentante legale e direttore operativo, e trasferita a San Giorgio delle Pertiche.
«Con l'ingegnere sono arrivati l’ampliamento e lo sviluppo, lui era fatto per questa professione» lo ricordano alla Anemos, «era tenace e molto determinato. La sua vita era questa azienda, ci ha messo tutte le sue energie come ogni imprenditore del Nordest. Apriva alle 5 e rimaneva per tutto il tempo che serviva, rincasava alle 21. Solo ultimamente aveva cominciato a lasciare il suo ufficio un po’ prima del solito».
il malore fatale
Ieri all’alba, come sempre Filippi è andato ad aprire la sua azienda. Erano le 6 quando ha varcato la soglia d’ingresso, un po’ in ritardo rispetto al solito: da decenni arrivava addirittura alle 4,30-5, in largo anticipo rispetto al primo turno che inizia alle 6. Ma ieri aveva tardato perché da un paio di giorni non stava bene. Niente a che fare, sembrava, con i problemi cardiaci di cui aveva sofferto in passato. Filippi è crollato all’ingresso, non ha avuto il tempo di chiamare aiuto. A trovarlo è stato il capoturno, giunto 5 minuti dopo, che lo ha visto esanime e ha allertato i soccorsi e la figlia Stefania. Sul posto è arrivata un’ambulanza del Suem 118.
dipendenti Sotto choc
I lavoratori del primo turno si sono radunati accanto all’ambulanza dove il medico ha tentato di tutto, inutilmente. Accertato il decesso per arresto cardio-circolatorio, la salma è stata affidata alla figlia e trasferita a Camposampiero. Di fronte allo sconforto dei lavoratori Stefania Filippi ha rivolto loro parole incoraggianti. «Adesso abbiamo bisogno di stare uniti e remare nella stessa direzione per portare avanti l’azienda e farla crescere sempre più, perché è di tutti quelli che ci lavorano, fa vivere tante famiglie ed è giusto che tutti contribuiscano a farla andare avanti. Sono certa che tutti collaboreranno, anche per rispetto di tutto quello che lui ci ha dato e che ci ha insegnato in questi anni. Glielo dobbiamo». —
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