Il pianoforte gli è caduto sulla testa

Il traslocatore è morto sul colpo davanti agli occhi dei suoi colleghi
MORTO SUL LAVORO. Claudio Pizzo aveva 47 anni A sinistra, il corpo dell’uomo sotto il pianoforte
MORTO SUL LAVORO. Claudio Pizzo aveva 47 anni A sinistra, il corpo dell’uomo sotto il pianoforte
 ALBIGNASEGO.
Schiacciato da un pianoforte che gli è caduto sulla testa. Claudio Pizzo, 47 anni lo scorso 31 marzo, ci ha lasciato la vita sotto il pesante strumento musicale. È morto sul lavoro durante un trasloco, il dipendente della ditta Nalesso di Padova.
 E stava appunto lavorando, ieri, poco dopo le 14, quando è successa la tragedia: Claudio Pizzo si trovava in via Modigliani nel quartiere di Sant'Agostino ad Albignasego, nella trifamiliare di recente costruzione in cui la famiglia Ricciardi si stava trasferendo.  La squadra di quattro facchini stava eseguendo il trasloco della famiglia del generale Ricciardi, che ieri doveva completare il trasferimento nella villetta dove al pianterreno abita già la figlia. Il generale, invece, sta al primo piano. E appunto qui Pizzo stava trasferendo i mobili al piano superiore. Era a capo della squadra: il suo lavoro lo sapeva fare bene, perché da una quindicina d'anni era dipendente della Nalesso. Sta di fatto che qualcosa, però, ieri pomeriggio non è andato come doveva.  Pizzo ha preso il carrello elevatore e vi ha posizionato sopra il pianoforte a parete: ha poi azionato il meccanismo per farlo salire fino al terrazzo del primo piano, dove ad attendere lo strumento c'erano i colleghi. I quali, impotenti, hanno assistito alla drammatica scena, consumatasi in poche frazioni di secondo.  Dai primi accertamenti eseguiti dallo Spisal, sembrerebbe che mentre stava salendo il montacarichi sia scivolato da un lato, sbilanciando e facendo cadere il pianoforte, che a sua volta è caduto sopra Claudio Pizzo. L'altezza e il peso di oltre 150 chili dello strumento non hanno dato scampo al traslocatore: il pianoforte è caduto sulla schiena e sulla testa di Pizzo, causandogli una morte pressoché immediata. Tutto, appunto, sotto gli occhi dei colleghi, uno dei quali suo testimone di nozze, e di un operaio che si trovava a lavorare lì vicino. «Pizzo era un uomo simpaticissimo - racconta il generale Elio Ricciardi -, un omone grande e grosso e molto allegro. Era il secondo trasloco che eseguiva per me, si era occupato anche di quello di mia figlia».  Il generale ha chiamato anche don Antonio, il parroco di Don Bosco alla Paltana, per un'ultima benedizione all'operaio morto sul lavoro. Lo Spisal dovrà accertare ora le esatte dinamiche e ha fatto pesare il pianoforte per vedere se il peso fosse adeguato al montacarichi. Ai carabinieri, invece, è toccato il triste compito di avvertire la famiglia nell'abitazione a Due Carrare in via di Vittorio 24 dove abitano la moglie e la figlia.  

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