Il piccolo borgo salvato dalle donne Terraglione rinasce dal bar del patronato

il caso
VIGODARZERE
La frazione di Terraglione a Vigodarzere riprende vita grazie alle mamme: una dozzina di loro si è organizzata per tenere aperto il bar del patronato due pomeriggi alla settimana, in concomitanza del rientro scolastico e del catechismo. Un modo per socializzare dedicato non solo alle mamme e ai bimbi, ma anche agli anziani. Quasi a festeggiare l’iniziativa, che in tre settimane ha già preso piede, le campane della chiesa, mute da qualche settimana per un guasto causato dal maltempo, hanno ripreso a suonare: con gioia dei residenti, che le sentono come un segnale di vita nella piccola frazione in cui è rimasto aperto solo un negozio (la parrucchiera) e il parroco nemmeno più ci vive, avendo scelto di risiedere nell’altra parrocchia che gestisce, a Saletto.
Si sono scambiate l’idea attraverso messaggi via Whastapp: perché non chiedere al parroco di concedere l’apertura del bar al patronato per creare momenti di socializzazione? In fondo un pomeriggio ogni due settimane, anche per chi come loro ha dei bambini piccoli, può essere un impegno leggero, e così da tre settimane tredici mamme di Terraglione aprono il bar il martedì dalle 16 alle 18 e il mercoledì dalle 15 alle 17. «Il martedì è il giorno in cui i nostri figli escono di pomeriggio da scuola» raccontano, «mentre il mercoledì frequentano il catechismo. Abbiamo pensato che, dal momento che noi e i bimbi eravamo già fuori, erano le giornate giuste per avviare la nostra iniziativa, che si basa tutta sul volontariato».
In un paio di settimane i bambini hanno riempito le stanze del patronato, dove si può fare merenda e ci si può divertire con i giochi in scatola e il ping pong: e pure il giardino, dove, complici le giornate ancora tiepide, possono correre in sicurezza. La seconda settimana sono arrivati anche degli adolescenti: significa che è avvertita da tutte le età la necessità di un luogo tranquillo di aggregazione. «È un’occasione per uscire di casa e fare due chiacchiere» raccontanole mamme di bebè di pochi mesi, «perché con bimbi così piccoli si finisce con lo stare spesso a casa da sole». Invece sorseggiando un caffè al tavolino per un paio d’ore si può parlare del più e del meno. Il progetto è talmente piaciuto che anche le signore che si occupano delle pulizie in patronato e alla scuola dell’infanzia, hanno dato la loro disponibilità a tenere aperto il bar insieme a loro. «Già anni fa ci eravamo offerte di tenere attivo il bar anche tutto il giorno, pur di avere un luogo in cui socializzare» rivela una di loro.
Martedì, a sorpresa, sono arrivate delle nuove “clienti”: un gruppo di signore più mature, che hanno saputo del bar aperto e ne hanno subito approfittato per una tazza d’orzo e alcune partite a briscola. «Ormai nella frazione non c’è più nulla e noi restiamo confinate in casa» rivelano, «mentre qui possiamo incontrare persone, chiacchierare, fare una partita a carte». Alcune di loro, brave a cucire, sarebbero disponibili a tenere dei piccoli corsi di cucito. «Quello che manca adesso è un piccolo negozietto che venda pane, latte, tabacchi e giornali» proseguono le signore. «Per fare la spesa siamo costrette a recarci a Campodarsego: va bene finché siamo in grado di guidare, ma poi? ». —
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