Il piromane è il titolare del centro estetico

SANT’ANGELO. Dopo di me il nulla. Denis Zennaro, 49 anni, marito e padre, ormai da un anno aveva un chiodo fisso. La vendetta. Mentre il mondo intero vedeva nell’insegna “Sorelle Ramonda” il marchio di un colosso nel campo dell’abbigliamento, lui percepiva quella scritta rossa solamente come un nemico da abbattere. Del resto, lo sfratto esecutivo nei suoi confronti era stato promosso proprio dalla proprietà del megastore della moda. E da quel momento era finita la sua esperienza all’interno del centro estetico sorto nel “contenitore” che portava il nome del grande marchio. Denis Zennaro è l’attentatore che ha ridotto in macerie quei cinquemila metri cubi di edificio, mandando sul lastrico quasi trenta famiglie.
Dopo undici mesi d’indagine gli uomini del capitano Enrico Zampolli sono riusciti a dimostrare ciò che molti sospettavano ma che nessuno riusciva a provare. La distruzione delle Sorelle Ramonda è opera di Zennaro. Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco sono andati a prenderlo all’alba nella sua villetta, contestandogli i reati di incendio aggravato e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati.
Si parte da quella notte, dal 9 giugno 2016, ore 2.30 Un boato nella notte. Un’esplosione sventra il piccolo centro commerciale di Vigorovea. Si sveglia mezzo paese. Vigili del fuoco e carabinieri studiano da cima a fondo la situazione e si rendono conto che non c’è nulla di accidentale. Benzina e gasolio sono stati sparsi in almeno tre punti. Tre bombole di gas sono state aperte per saturare gli ambienti con il propano. C’è anche un fornelletto da campeggio. Tutto questo viene trovato nelle vicinanze del centro estetico. Anche l’onda d’urto dell’esplosione disegna una traiettoria ben precisa: tutto nasce all’interno del centro estetico per poi travolgere gli spazi confinanti del negozio Sorelle Ramonda.
Gli esercenti vengono interrogati, gli investigatori iniziano a scavare nelle vite di tutti coloro che lavoravano lì dentro. Scoprono, per esempio, che Denis Zennaro nel 2013 aveva denunciato un furto mai avvenuto nella speranza di ricevere il risarcimento dall’assicurazione (circostanza che gli costò una condanna a sei mesi). Scoprono anche che nonostante il suo centro fosse chiuso ormai da un anno, qualche settimana prima aveva aumentato i massimali dell’assicurazione in caso di incendio. Tutto molto strano. Il quadro si completa con la certezza del fatto che le bombole appartenevano a lui. Cercando nel passato recente si trova anche una istanza di sfratto esecutivo promossa proprio da Sorelle Ramonda, che nel centro commerciale di Vigorovea amministrava l’affitto dei negozi. Perché alzare i massimali dell’assicurazione se l’attività è chiusa da un anno? Durante la perquisizione nella sua abitazione viene sequestrato un rotolo di cavo elettrico di marca e modello identici a quello trovato nell’edificio distrutto. Tutto quadra. Il pubblico ministero Benedetto Roberti, che segue le indagini, decide di procedere chiedendo l’arresto del quarantanovenne.
«Era un caso che meritava tutto il nostro impegno» ha ammesso il capitano dell’Arma Zampolli, facendo riferimento al rapido declino giunto dopo l’attentato.
Danneggiati dall’esplosione furono anche lo studio notarile attiguo, un secondo locale sfitto e il bar “Italiana Caffè Dersut” al piano terra. Nei mesi a seguire i 19 dipendenti delle Sorelle Ramonda vennero messi in cassa integrazione. Quello era un polo commerciale che traeva sostentamento dai clienti delle Ramonda. Sparito quel negozio, sono spariti anche tutti gli altri. E così è stata scritta la parola “fine” anche per l’attività del supermercato.
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