Il porno come una droga: allarme per i giovani e il sesso web

PADOVA. Non solo fumano, bevono e non esitano a raddrizzare una serata storta facendo uso di droghe. I giovani del terzo millennio (sei su dieci) ammettono di fare largo uso del porno-web. Passano ore a navigare all'interno di siti pornografici. Risultato? Il sei per cento dei giovani tra i 18 e i 27 anni ha sviluppato una vera e propria dipendenza dal sesso offerto dalla rete.
Carlo Foresta, andrologo e docente della facoltà medica padovana, oltre che presidente del Siams (società italiana di Andrologia e Medicina della sessualità) ancora una volta ha messo sotto la lente di ingrandimento le abitudini, sessuali e non, dei giovani. E i ragazzi ne escono con le ossa rotte. A fronte di un quadro per nulla rassicurante, raccolto nel corso della campagna Androlife 2012, Foresta ha deciso di correre ai ripari. Tra pochi mesi a Padova, a un passo dall'ospedale, aprirà quattro ambulatori dedicati proprio a loro, ai giovanissimi, che per paura o timidezza non hanno il coraggio di ammettere di fronte al proprio medico di famiglia di avere qualche problema sessuale. Non servirà nè l'impegnativa nè denaro: un'operazione resa possibile grazie al lavoro della Fondazione Foresta Onlus, che ha fatto propria la bandiera della prevenzione e della ricerca.
«I dati sono preoccupanti», sottolinea Carlo Foresta, che ieri ha lanciato la campagna Androlife 2013, «lo scorso anno abbiamo avuto modo di contattare oltre 20 mila giovani, dei quali tremila sono stati sottoposti a visita andrologica: abbiamo individuato fattori di rischio del sistema riproduttivo nel 30 per cento dei casi. Il 33 per cento soffriva di varicocele, il 15 di infezioni del tratto genitale, il 6 di riduzione del volume del testicolo».
Ma è analizzando i dati raccolti tramite i questionari, circa quattromila, che il quadro si fa ancora più drammatico: «Il 35 per cento fa uso saltuario di droghe, il 29 per cento fuma, il 15 consuma abitualmente alcol, il 45 per cento ha ammesso di avere rapporti sessuali occasionali non protetti. A questa età», continua Foresta, «le problematiche sessuali influenzano fortemente il carattere, le scelte di vita e la personalità, pertanto aiutare i giovani di fondo, psicologici e organici, è di fondamentale importanza».
Il fronte sesso e web preoccupa particolarmente l'andrologo, dato che il 60 per cento dei giovani usa internet anche per vedere siti porno, dei quali il 46 per cento lo fa almeno una volta a settimana, con una permanenza media di 16 minuti a sessione. Dati che testimoniano la necessità di proseguire nella campagna di prevenzione Androlife, che ieri ha visto scendere in campo anche il questore Vincenzo Montemagno e il prorettore vicario dell'Università Francesco Gnesotto, oltre che l'assessore allo Sport Umberto Zampieri: all'unisono hanno sottolineato quanto sia fondamentale proseguire nelle campagne di prevenzione andrologica, «per contrastare la malattia in particolare nei giovani che sempre più spesso ormai sono allo sbando».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova