«Il porno è in crisi? E io mi do alla scrittura»

Dice che fra il set di un film porno, sempre piuttosto affollato, e la solitudine di chi deve affrontare una pagina bianca non c’è tutta la differenza che uno si immagina. «Sono situazioni che richiedono grande concentrazione ed energia mentale». Cresciuto tirando con l’arco e poi allenato da 440 film hard, Franco Trentalance ha un approccio rilassato alla scrittura. Nessuna ansia da prestazione - e poi basta con i doppi sensi - semmai quella serenità che permette di affrontare gli angeli e i demoni che uno si porta dentro.
Più demoni che angeli, verrebbe da dire leggendo “Tre giorni di buio”, il primo romanzo del pornodivo (già autore di una fortunata autobiografia), scritto a quattro mani con il giornalista padovano Gianluca Versace e pubblicato per Ultra (oggi alle 18 alla Feltrinelli del Centro Giotto di Padova la presentazione con l’attrice Lia Bonfio). Perché parliamo di un thriller, a tratti molto pulp. È la storia di un assassino seriale che si proclama anticristo e uccide giovani stelle del porno per punirne la lussuria. Sugli omicidi indaga un commissario fancazzista, tale Arturo Califano, che però dovrà misurarsi con una serie di complicazioni: un politico dal passato torbido, un prete pedofilo, due sorelle ricche, una multinazionale del farmaco. C’è, ovviamente, anche l’attore porno: si chiama Luca Graf ed è una star stanca e disillusa. A dispetto della propensione di Trentalance («Scrittura e pornografia mi piacciono in un solo modo: niente attese, tutto subito»), la storia ha una bella tensione e si mantiene avvincente fino al finale. Anzi, ai finali. «Leggo molto e ho sempre scritto tanto», dice Trentalance. «Ho cominciato su una rivista di tiro con l’arco, poi facevo recensioni di film hard, quindi ho tenuto la rubrica della posta per Gq. E poi c'è stata la mia autobiografia. Scrivo di notte ma sono capace di sfruttare anche solo un paio d'ore di libertà durante il giorno».
È una storia molto cruda e con personaggi cattivi. Voleva esorcizzare le sue paure o ha una propensione per questo genere?
«Amo il thriller, le emozioni forti e mi servivano personaggi adeguati. Non è stato facile costruirli. C'è un lato oscuro dentro ciascuno di noi e ho dovuto esplorarlo. Mi sono fatto aiutare da un commissario della scientifica. E da un criminologo».
A qualcuno Luca Graf, pornodivo stanco, pieno di dubbi, sembrerà il suo alter ego
«Fa il mio lavoro, l'associazione è automatica. Sapevo che il lettore avrebbe pensato a me e io l’ho perfino agevolato facendo in modo che mi somigliasse fisicamente. Ma io non sono stanco, e neanche dubbioso. Io se mi guardo indietro vedo scelte di vita nette e giuste».
Lei ha già partecipato a un reality e ora scrive, Rocco Siffredi è all’Isola dei famosi. E l'Italia fa la fila per 50 sfumature di grigio. Stiamo sdoganando il sesso?
«No, non credo. E comunque non è da adesso che va così. Le donne sono arrivate prima – pensiamo a Moana, a Cicciolina – ma poi c’era sempre il senso dello scandalo. Abbiamo messo la testa fuori, ma lo sdoganamento vero non c'è, non c'è la libertà di parlare di sesso liberamente».
Liberamente come?
«Sarebbe bello parlarne come si parla di tennis (“Tu come fai il rovescio?”) o di cucina (“Nella carbonara cosa ci metti?”). Ma poi siamo sempre l'Italia, un paese finto perbenista».
Torniamo alle 50 sfumature di grigio.
«Mi sono sacrificato, ho visto il film».
E aveva letto anche il libro.
«Quindici o venti pagine, non di più. Deludente. Se hai conosciuto anche solo mezza donna o mezzo uomo, capisci che è pieno di banalità. Io l'ho recensito e ho scritto che avrebbero dovuto vietarlo ai maggiori di 18 anni».
E invece il porno come se la passa?
«Sta molto bene in America, dove guadagnano tantissimo avendo anche grande controllo su internet. In Italia e in Europa, dove pure c'era una grande tradizione, le cose vanno molto meno bene. Se io avessi cominciato oggi, farei un decimo di quello che ho fatto. Per fortuna ho diversificato. Ma non arriverò, come speravo, ai 500 film».
Televisione, radio, ora libri. Che altro dobbiamo aspettarci da lei?
«Ho un progetto teatrale pronto. E poi ancora tv. I miei tutorial sul sesso (hersexhero, ndr) vanno molto bene. Abbiamo fatto anche due puntate sperimentali dentro Lucignolo, ma la speranza è quella di fare una trasmissione completa. La gente non vuole solo imparare a cucinare».
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