Il pranzo di Pasqua? Ora gli chef te lo portano anche a domicilio

Pasqua all’insegna del risparmio. Pochi i padovani in vacanza lontano dalla città, mentre tanti, come sostiene la Coldiretti, la trascorreranno, al massimo, in una delle cinquanta aziende agro-turistiche dei Colli. Bene, invece, le prenotazioni ai ristoranti, anche se sta prendendo sempre più piede, come sottolinea Erminio Alajmo, presidente Appe, l’usanza di ordinare il pranzo per telefono e farselo portare a casa dal ristoratore.
Servizio a domicilio.
Al momento sono tre i ristoranti e le botteghe enogastronomiche a inviare a casa il pranzo di Pasqua: In.Gredienti, abbinato al Calandrino, che offre il carrè d’agnello in crosta di carote ed erbette a 15 euro (049-635366); il Sedici di Raffaella Tresoro ( 049-5800473) dove il menù di carne costa 18 euro (tra cui la faraona all’uva) mentre quello di pesce 21 (con orata e branzino inclusi) e Le Midi, a Vigonza( 049-629675), che cucina anche il fagottino di vitello con crudo di Montagnana.
Ristoranti, con prenotazioni ai tavoli.
Come sempre, anche per questa santa Pasqua l’Appe ha stampato sul sito gustarepadova.it i nomi e i menù dei locali dove si mangia a prezzo fisso. Si va dai 28 euro della Casa Vecia, di Rovolon (con anitra all’arancia), della Rosa Blu, di Albignasego (pasticcio ricco) e del Maleva Bistrot di Monselice (risotto di rosole e rose) ai 35 del Piccolo Marte, di Torreglia e ai 38 euro della Trattoria Paccagnella, in via del Santo (anche con cotolette di vitello con pistacchi di Bronte). Pranzi speciali anche da S’Aligusta, gestione Filimbeni e al Maxim, di via Montà, dove con 40 euro si gustano anche il pasticcio alla napoletana (quello con le polpette e le uova) e la colomba Perbellini (e perché non anche la famosa pastiera?).
Agnello e Capretto.
Nonostante gli appelli degli animalisti, in questi giorni anche nelle macellerie di Sotto Al Salone la vendita degli ovini sta andando alla grande. È raro trovare l’agnello francese di Mont Saint Michel, ma nessun problema per acquistare quello che arriva dalla Sardegna, dall’Abruzzo, dall’Irpinia, dall’Alpago e dai Paesi dell’Est. Prezzo medio: da 12 a 18 euro al chilo.
Carne di cavallo.
Mai così nera la situazione delle quaranta macellerie equine della città e della provincia in seguito allo scandalo di alcune carni surgelate scoppiato circa un mese fa. Meno 40-50% di vendite anche nelle cinque macellerie del Salone. Ossia in quelle gestite da Natale Canton, Angelo Canton, Alfredo Bazzolo, Samuele e Roberto Contin e Nicola Viola. In netto calo gli acquisti delle costate, delle bistecche e anche della straecca. Si vendono anche meno sfilacci.
«Noi macellai ribadiamo che la carne di cavallo in vendita nelle nostre botteghe è sicura e iper garantita dal punto di vista igienico-sanitario e alimentare», sottolinea Francesco Canton, presidente Ascom-Macellai. «Padova da secoli è la capitale della produzione e della commercializzazione di questo tipo di alimento. La carne di cavallo, che in genere costa dai 10 ai 15 euro al chilo, è nutriente e fa più sangue per l’organismo umano rispetto alle altre carni. Lo scandalo, tra l’altro, si è verificato solo in alcuni prodotti surgelati e mescolati ad altri ingredienti. Non certo nelle normali macellerie».
(f.pad.)
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