Il presunto compagno della 13enne incinta «Non sono io il padre, volevo proteggerla»

«Mi sono inventato tutto per coprire la famiglia» Cruciani e Parenzo non gli credono, lui si dice pronto ad  andare da loro in trasmissione

CITTADELLA. «Mi sono inventato tutto per coprire la famiglia». Colpo di scena clamoroso nella vicenda della tredicenne in dolce attesa, che partorirà nei prossimi giorni, allontanata dalla famiglia sinti dai servizi sociali nelle scorse settimane. Il presunto padre, un 32enne, ha spiegato ai microfoni de “la Zanzara” su Radio 24 che è pronto al test del Dna, certo che l’esame genetico escluderà la sua paternità. E si giustifica dicendo: «Non so chi sia il padre, io mi sono sposato otto volte alla nostra maniera e ho due figli a Rovereto. Non sono un pedofilo, se la mia razza è in pericolo io li aiuto. Ho dichiarato il falso, chiedo scusa a tutti i Sinti». L’improvviso cambio di versione è avvenuto parlando con i conduttori della trasmissione cult Giuseppe Cruciani e David Parenzo: «Tutta questa storia non è mica vera. Io con questa ragazza non ho avuto nessun rapporto sessuale. Era tutta una messa in scena. Lei era già incinta di tre mesi e mezzo».

Lui si è messo a disposizione perché «lei era senza documenti, senza niente, e allora per fare un piacere alla famiglia mi sono preso la responsabilità dichiarando che io ero il suo compagno, che il figlio che stava aspettando era mio. Perché lei aveva paura che se fosse andata all’ospedale a fare i controlli, il bambino le sarebbe stato preso e portato via». La nascita del bimbo è attesa a settimane, la giovanissima è stata allontanata dalla famiglia di nomadi dopo l’ennesima visita al pronto soccorso. Ma chi è il babbo, allora? «Non lo so, io non vado a chiederle con chi va a letto, sono cose private», la versione fornita a Cruciani e Parenzo, «io ho cercato solo di salvare lei, perché se io vedo un Sinto buttato per terra là, io non lascio così la mia razza. La prendo su, perché quello è sangue del mio sangue. E poi io ho sbagliato solo una cosa. Ho tirato in ballo tutti i Sinti, perché non sapevo neppure io in quel momento cosa dovevo dire. Ero così nervoso, perché mi è successa più o meno la stessa roba e non voglio più passarci».

Una copertura che sarebbe stata concordata con la famiglia dell’adolescente: «La madre era d’accordo con me, perché lei aveva paura, era senza documenti, pure i carabinieri sanno questa cosa. Non aveva niente, quindi ho deciso che mi prendevo io la responsabilità di dichiarare che il figlio è mio. Alla fine era tutta una messa in scena». La storia affettiva dell’uomo è un’altra: «Io mi sono sposato otto volte. E con donne da 24-25 anni e mi conoscono tutti sia a Padova, Rovereto, Trento, Milano». Una questione culturale: «Non è che mi sposo in chiesa come voi. Noi conviviamo, se non andiamo d’accordo ci lasciamo e finita là». Ai giornalisti di Radio 24 il racconto non è parso credibile, l’ex papà si è detto pronto ad andare a Milano a chiarire la sua posizione. –

Silvia Bergamin

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