Il progetto, l’impatto gli odori e i Pfas: ecco tutte le risposte sull’inceneritore di Padova

Hestambiente ha raccolto oltre 150 richieste di chiarimento Operazione trasparenza per fugare i dubbi sulla quarta linea

PADOVA. Più di 150 domande sono state inviate dai cittadini e dai comitati a Hestambiente durante l’assemblea di presentazione del progetto per la costruzione della quarta linea dell’inceneritore, due settimane fa. L’azienda che gestisce l’impianto di San Lazzaro le ha accorpate per tema e ieri, sul suo sito, ha risposto pubblicamente. Un’operazione trasparenza che se da un lato non spazzerà via i dubbi assai diffusi sul revamping dell’impianto, dall’altro contribuisce senz’altro a fare chiarezza su aspetti molto discussi a proposito dell’impatto ambientale e sulle ricadute dell’intervento. Abbiamo sintetizzato le domande e risposte sui temi più caldi. Il testo completo si trova su herambiente.it

Perché questo progetto è stato presentato in mancanza del nuovo piano regionale dei rifiuti?

«La Regione ha preso atto della ridotta capacità dell’impianto e ha invitato Hestambiente a ripristinare l’efficienza del sistema a servizio dell’intero ambito regionale. Hestambiente ha dunque presentato un progetto per la realizzazione di una nuova linea in sostituzione delle linee 1 e 2 che non sono più nelle condizioni, per vetustà, di assicurare la continuità di esercizio».

Quali sono le ricadute economiche e occupazionali del progetto?

«Investire significa dare continuità alle attività e all’occupazione, sia per i dipendenti diretti (poco meno di 50) che per gli indiretti (tra 10 e 25). Durante le fermate per manutenzione programmata (30 giorni all’anno) operano fino a cento persone».

La maggior capacità di trattamento dell’impianto farà sì che, oltre a più rifiuti dal Veneto, arriveranno anche dal resto d’Italia?

«Il bacino del Veneto è ampiamente sufficiente a saturare la capacità di trattamento dell’impianto. Occorre, infatti, considerare che il Veneto, oggi conferisce ancora in discarica circa 600 mila tonnellate di rifiuti di matrice urbana all’anno. La possibilità di svolgere un servizio oltre i confini provinciali significa contribuire a ridurre la quota di rifiuti urbani conferiti nelle discariche della regione».

Arriveranno anche più rifiuti speciali/industriali?

«Il termovalorizzatore è dotato di sistemi di trattamento fumi estremamente performanti e può quindi trattare anche rifiuti speciali non pericolosi. Questo previene smaltimenti illegali e toglie linfa alle ecomafie».

A Padova e in provincia la raccolta differenziata sta aumentando mentre stanno diminuendo volumi di rifiuti a termodistruzione. Per quale motivo si decide i potenziare l’impianto?

«Il ricorso ad impianti di termovalorizzazione non è in contrapposizione alla crescita della raccolta differenziata. Dal momento che la pianificazione del trattamento rifiuti è regionale, non è detto che vi sia correlazione diretta fra le performance e il trend virtuoso di raccolta differenziata di un singolo comune e i volumi trattati».

Cosa si intende per rifiuti liquidi contenenti Pfas?

«Nel progetto è prevista la possibilità di trattare rifiuti liquidi contenenti Pfas, in particolare a percolati di discarica, rifiuti non pericolosi che possono contenere Pfas in piccole concentrazioni. La scelta deriva dalla volontà di fornire un ulteriore servizio alla comunità».

Quando fu costruita la Linea 3, già si diceva che sarebbero poi state chiuse le linee 1 e 2. Chi ci garantisce che la nuova linea non vada a sommarsi alle altre?

«La demolizione delle Linee 1 e 2 è già contenuta nel progetto. Inoltre, non si richiede un incremento della capacità autorizzata e conseguentemente risulta non necessario ed antieconomico l’utilizzo di tutte e quattro le linee».

Cosa significa “predisposizione” per il teleriscaldamento? Qual è la potenza termica che potrebbe cedere al teleriscaldamento?

«La predisposizione per il teleriscaldamento consiste nella presenza di una derivazione di vapore dalla turbina che, qualora fosse necessario, consentirà di cedere 20 MWt di potenza termica che si aggiunge alla potenza termica esportabile dalla Linea 3 pari a 25 MWt per un totale di 45 MWt complessivi».

L’acqua prelevata dal Piovego viene poi reimmessa? In caso affermativo subisce prima un trattamento? A quale temperatura viene reimmessa?

«L’acqua prelevata dal Piovego non viene utilizzata per il trattamento dei rifiuti. Considerando di prelevare l’acqua a 20°C, questa viene reimmessa a 32°C. Questo processo produce un incremento di temperatura allo scarico nell’area circostante pari a 0,9°C».

La nuova presa sul Piovego garantirà il passaggio ciclabile?

«Si conferma che il progetto prevede il mantenimento del passaggio ciclabile».

Da circa un anno nella zona di Mortise, soprattutto al mattino, si percepisce cattivo odore. Può essere riconducibile all’impianto di termovalorizzazione?

«Tutto l’impianto che lavora a ciclo continuo è realizzato per lavorare in depressione. Quindi, anche la fossa rifiuti (unico locale potenzialmente odorigeno) ha un assetto che è sempre in depressione. È pertanto da escludere che gli odori percepiti provengano dall’impianto». —


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova