Il pubblico in piedi a cantare «Va' pensiero» La Fenice si emoziona

Uno dei momenti più suggestivi del concerto Tricolore andato in scena alla Fenice mercoledì sera diretto dal maestro Alvise Casellati A centro pagina: sopra una immagine del film Senso di Visconti E lo stesso lancio di volantini ripetuto mercoledì
VENEZIA.
«Viva l'Italia! Abbasso la Lega!». L'esecuzione dell'Inno di Mameli, cantata dal pubblico in piedi è appena terminata, quando dal loggione parte il grido che dà il via ad un pioggia di volantini bianchi, rossi e verdi. Uno momento che ricorda la scena di un film. La Fenice di Venezia, mercoledì 16 Marzo, Notte del Tricolore: serata di Italianità, di preoccupazione, di grande musica. Alle 20.30 dopo l'appello angosciato del sindaco Orsoni e del sovrintendente Chiarot contro i tagli alla cultura decisi del Governo, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa dello storico teatro veneziano, è il momento dello spettacolo. Attesissimo dal pubblico veneziano ed ancor più da quello padovano, città in cui è cresciuto, si è laureato in legge e diplomato in violino al Pollini, dal fondo del palcoscenico si dirige verso il podio il maestro Alvise Casellati; al suo debutto in Italia, nella sua Venezia, dopo applaudite esibizioni all'estero. Se emozione c'è - e indubbiamente c'è - Casellati la gestisce con un phisique du role, che padroneggia la scena ed una sensibilità musicale, che lo mette subito in sintonìa col pubblico. Tutto verdiano il concerto, col palcoscenico illuminato da riflettori tricolori e sullo sfondo due bandiere a contornare lo storico stemma della Fenice, quello immortalato anche dal film «Senso» di Visconti. Pezzi dal Rigoletto, Attila, Luisa Miller, La forza del destino, La Traviata, Ernani, i Lombardi alla prima crociata, cantati alcuni dal coro della Fenice e culminati nel «Va'pensiero», in un crescendo di pathos e coinvolgimento tra il pubblico e l'orchestra. Lo stile di Casellati è pulito, energico ed insieme sensuale, dicono alcuni; permeato d'una eleganza, che appartiene alla persona ed al back-ground musicale di nonni e bisnonni paterni. A gran richiesta, bis del «Va' pensiero» ed ancora l'Inno di Mameli. Quando di nuovo una voce grida dall'alto: «Viva l' Italia», il maestro si porta una mano al cuore. Tra il pubblico all'uscita un sempre fascinoso Alain Elkann con dama francese in tailleur pantalone nero: non bellissima ma intrigante, chic, al momento non schedata dal gossip. Poi la parte mondana: duecento amici ospiti, per una cena placée nelle Sale Apollinee, di papà Giambattista e mamma Elisabetta in strepitoso tailleur pantalone beige con paillettes rosse e visone a guarnire la giacca. Due genitori commossi e giustamente orgogliosi. Accanto al sindaco Orsoni ed al prefetto Lamorgese; ai politici Zorzato e De Bona, i coniugi padovani Chiarotto, Ferro, l'attore Alberto Terrani con cravatta rossa e sciarpa verde sulla camicia bianca; i Moschini, i Marcolin, i Bedeschi, i Dal Bello grandi e piccoli. E ancora i Sandi, Giovannella Baggio, Jacopo Silva con mamma Antonella, i Cavalieri, Federico Bano; i conti Cappello, gli Xillo di Monte Xillo, i Dondi dell'Orologio, i Radici, gli Stimamiglio, i Buja, i Tosato, i Lando; Paolo Cadrobbi e Chicco Pepe; Rosy Garbo; Dino Tabacchi; Gabriele Del Torchio, ad di Ducati; Fabio Cerchiai, presidente dell'Ania e Mario Golinelli, patron della Alfa Wassermann farmaceutici. Bellissimi gli amici di Alvise, sia quelli giunti per l'occasione da New York, che quelli padovani: accanto alla sorella Ludovica con il marito, le mondanissime Cibi Pagnan e Giulia Costacurta. Domenica Alvise ripartirà in aereo per gli Stati Uniti e festeggerà sopra le nuvole il suo trentottesimo compleanno: auguri, maestro.
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