Il radon non ferma i progetti sul Venda
Dopo la condanna dei vertici militari per le morti all’ex base Strada del Vino accelera i suoi piani: «Sito turistico al 1° Roc»

TEOLO. La sentenza che ha condannato i vertici militari per le malattie contratte dagli avieri a causa dell’inquinamento da radon nella base 1° Roc del monte Venda, non avrà conseguenze sul progetto di riutilizzo dell’area sulla sommità del colle, abbandonata dal 1998. Un progetto a cui crede fermamente e su cui lavora il presidente della Strada del Vino dei Colli Euganei, Franco Zanovello. «Stando ai rilievi effettuati recentemente dall’Arpav, l’ex 1° Roc a livello di inquinamento è da considerare alla stessa stregua di una zona industriale abbandonata di pianura», spiega Zanovello. «Il progetto della Strada del Vino, che è stato studiato di concerto con Camera di Commercio, Fai, Legambiente e alcune associazioni del territorio, prevede l’utilizzo del sito per un turismo naturalistico evoluto. Non è prevista la permanenza per lungo tempo, ma solo visite guidate giornaliere che coinvolgeranno anche le scolaresche».
La proposta di recupero dell’area, attualmente ancora in disponibilità dell’Aeronauta militare, contiene anche una stima dei costi necessari per la bonifica dall’amianto delle coperture delle palazzine esterne e il recupero di almeno tre dei tanti edifici: l’ex mensa sottufficiali che si trova nella parte più alta del Venda e due palazzine vicine al corpo di guardia. «Per poter aprire al pubblico l’ex base abbiamo stimato servano circa 2 milioni di euro», spiega il presidente della Strada del Vino, «400mila per la bonifica dall’amianto e circa un milione e mezzo per la sistemazione di 2/3 fabbricati. È evidente che in questa fase non verrà presa in considerazione la bonifica delle gallerie che rimarrebbero chiuse anche se ci viene detto che sono state liberate, una volta partiti i militari, dalla presenza di eternit. L’idea è di realizzare un centro focale del turismo naturalistico degli Euganei che dovrebbe ampliare l’offerta di Casa Marina del Parco Colli». Zanovello non tralascia il fatto che l’ostacolo più serio per rendere utilizzabile l’ex base dal pubblico, è il reperimento dei fondi per eliminare l’inquinamento. Radon a parte, resta l’eternit e soprattutto il problema dell’inquinamento elettromagnetico dei numerosi ripetitori militari e civili presenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video