«Il ricambio generazionale è bloccato»

Marco Maggioni
«Se un professore anziano è un luminare allora la lezione alla quale si assiste diventa molto affascinante: purtroppo di veri maestri ne sono rimasti pochi. Ma se invece, come capita il più delle volte, il docente in questione è un «over 60» e non sa nemmeno usare un computer presentandosi con i lucidi, beh, allora la faccenda è ben diversa e più che stare attenti per imparare si deve prestare attenzione a non addormentarsi sul banco». Marco Maggioni, iscritto alla Facoltà di Farmacia, è anche rappresentante degli studenti in Consiglio di amministrazione accademico per la lista «Il Sindacato», e osserva con preoccupazione il fenomeno relativo all'invecchiamento della classe docente del Bo, un dato che riguarda tutta la penisola: «L'età sempre più avanzata dei professori è un problema evidente della nostra Università, ed è perfettamente inutile nascondercelo. In questi anni, specialmente durante il rettorato-Milanesi ha pesato una politica di reclutamento basata quasi esclusivamente verso i ricercatori tralasciando di «svecchiare» il personale docente: ordinari e associati». Che invece ingrossano le file dei professori del Bo impedendo così l'accesso a quanti aspirano a una cattedra accademica di prima o seconda fascia, dopo aver vinto un concorso. «Noi studenti non siamo certo contenti di leggere certi dati - riprende Marco Maggioni - perché non fanno altro che scoraggiare quanti di noi sognano un giorno di poter insegnare all'Università». Una prospettiva per molti diventata ormai un miraggio. «Il problema di avere persone che arrivano «in ruolo» molto tardi finisce col danneggiare l'intera attività accademica - conclude il rappresentante studentesco - è un rallentamento dell'intero sistema».
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