Il risveglio magico con un’alba rossa

Cielo rosso all’alba. No, non è una novità, anzi. James Goldstone ne ha fatto pure un film nel 1971, ambientato nel Nuovo Messico. A Padova, però, non capita di vederlo spesso e l’intensità con cui si è mostrato negli ultimi giorni è qualcosa di tanto raro quanto suggestivo. Dall’inizio di febbraio, infatti, ai più mattinieri capita tutti i giorni di assistere a un alba strana, dal colore rosso intenso. «Una tonalità sanguigna» l’ha definita qualcuno, per un fenomeno che si ripete, seppur meno intensamente, anche al tramonto. E così, nell’epoca dello “scatto facile”, è bastato tirare fuori lo smartphone o il tablet per immortalare un momento che farebbe invidia a qualsiasi regista di pellicole romantiche. E da lì invadere il web con le foto più impressionanti.
Cosa succede? «Innanzitutto non allarmiamoci per questo fenomeno», risponde con un sorriso Giuseppe Galletta, professore di Astronomia all’Università di Padova, prima di prendere carta e penna e mostrare com’è possibile che il cielo possa cambiare colore e offrire tinte così sgargianti. Una premessa è d’obbligo: il cielo si colora perché è attraversato dalla luce solare. Come lo attraversa e cosa incontra lungo il percorso fanno la differenza. La luce è essenzialmente bianca e in condizioni “normali”, passando attraverso le molecole dell'atmosfera, rende il cielo blu. Quando la luce incontra altre molecole cambia frequenza e quindi colore. In questo caso perché è rossa? «È una questione di rifrazione della luce. Il colore rosso ha la lunghezza d’onda più lunga rispetto a tutti gli altri colori visibili», continua il professor Galletta. «Quindi, se l’atmosfera presenta un numero elevato di ostacoli, il colore rosso è quello che ha le maggiori capacità penetrative». Il cielo rosso, quasi viola, era stato notato e fotografato anche lo scorso 23 dicembre in tutta Italia, ma in quel caso a influire fu anche la vicinanza al solstizio d'inverno, quando il sole è per lungo tempo basso sull'orizzonte: più strada fa e più è probabile che produca un colore rosso.
Invece, in questi giorni, cosa può determinare il fenomeno? «Solitamente incidono molto le particelle di polvere che si trovano nell’aria. Queste possono alzarsi principalmente per tre motivi: se non piove da molto tempo e il vento secco soffia le polveri in cielo, se ci sono livelli molto alti di inquinamento oppure se si è in presenza di un'eruzione vulcanica e nell’atmosfera si diffondono le ceneri. A me, ad esempio, è capitato di trovarmi in Messico nel 1982, nei giorni dell’eruzione del vulcano El Chichonal, e il cielo era di un rosso molto energico». Al tal proposito, leggenda narra che lo sfondo rosso-arancio del celeberrimo dipinto L’urlo di Munch, sia il colore naturale in cui versava il cielo in quasi tutto il mondo nei giorni dell’eruzione del Krakatoa, in Indonesia, nel 1883.
Nessun allarme. Ora, però, di vulcani in eruzione in Europa non vi è traccia. Inoltre, ha piovuto copiosamente nei giorni scorsi, per cui non dovrebbero trovarsi così tante polveri nell’aria. Che non siano i livelli esagerati di inquinamento a colorare il cielo di rosso? «No, in questi giorni non abbiamo rilevato particelle inquinanti in numeri superiori alla media», spiega Luciano Lago, meteorologo del centro di Teolo. «Dopo le piogge e il vento degli ultimi giorni, l’atmosfera è pulita». Allora cosa sta succedendo nell’aria? «A volte a incidere sulla colorazione del cielo è anche la nuvolosità, oltre alle goccioline d’acqua presenti nell’aria. In questi ultimi giorni siamo in presenza di una nuvolosità media-bassa, fenomeno, in ogni caso, non certo raro in questo periodo. La particolarità, però, sta nella diminuzione dell’umidità che ha fatto diradare la nebbia in queste ultime mattine. Prima il cielo era coperto dalla coltre nebbiosa sia di mattina che la sera. Ora, invece, la nebbia è sparita permettendoci di ammirare i colori di alba e tramonto. Anche la settimana scorsa il cielo, con queste nuvole, sarebbe stato rosso all’alba, ma la nebbia ci aveva impedito la visuale».
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