Il ritorno dei Servi di Maria in città «Risvegliamo l’anima malata degli italiani»
«Diciamo no ai falsi ideali, quelli del denaro, del piacere egoistico, spesso beviamo nelle acque limacciose preferendole a quelle limpide di Dio. Risvegliamo l’anima malata del popolo italiano, Dio rincorre sempre chi si allontana da lui». È questo un passaggio dell’omelia del vescovo Antonio Mattiazzo ieri sera durante la celebrazione per il ritorno dei Servi di Maria nella chiesa dei Servi a Padova. Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, quasi tutti i parroci della città, quelli che si sono avvicendati alla guida della parrocchia, ma pure i Francescani e i Benedettini. Era presente pure padre Cristiano Maria Cavedon, che diventa parroco dei Servi. Presenti pure il prefetto Patrizia Impresa e l’assessore comunale Alessandra Brunetti. «Risvegliamo l’anima malata del popolo italiano» ha proseguito Mattiazzo «Non usciremo dalla crisi economica senza Dio, usciamo per strada, incontriamo le persone. Di fronte a una società nella quale prevale l’individualismo, il soggettivismo autoreferenziale e narcisistico, la ricerca dell’interesse privato invece che del bene comune, atteggiamento che porta alla chiusura, alla diffidenza e alla paura dell’altro, al rifiuto del diverso e del povero, all’emarginazione. Osservando l'orizzonte della storia, vediamo come i Servi di Maria entrarono in questa chiesa, appena edificata, il 3 giugno 1393. Per secoli furono una presenza di alto valore nel cuore della città. Su essi agli inizi del 1800 si abbatté la tempesta napoleonica che decretò il loro tramonto. Sembrava un tramonto definitivo, ma c’è un’alba è quella di cui siamo testimoni gioiosi». (c.bel.)
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