“Il ritorno” di Baz, l’ironia va a teatro

Da “Colorado” ai live dopo due anni di pausa usati per crescere e studiare. Presto al Corso di Mestre
Di Michele Bugliari

MESTRE. Baz - alias Marco Bazzoni - il comico più amato di “Colorado”, va in scena venerdì 18 dicembre alle 21.15 al Teatro Corso di Mestre.

Dopo due anni di assenza dai teatri e dalla televisione il nuovo spettacolo, giustamente, si chiama “Il ritorno”. Vuole parlarcene?

«È uno show nel quale ho concentrato il meglio di 14 anni di carriera insieme a cose nuove. Ci saranno le parodie dei cantanti, il lettore multimediale e l’idolo delle folle Gianny Cyano. Rispetto agli spettacoli precedenti sarò più presente io, senza maschera perché mi sono reso conto la gente mi trova più divertente così e io stesso mi diverto di più».

Svelerà il misterioso passato di Piero Pelù?

«Ai tempi di “Diablo” avevano costruito un’immagine dei Litfiba satanisti ma io spiegherò come non ci sia niente di corrispondente alla realtà. Svelerò infatti il passato segreto di Pelù chierichetto».

Poi, si parlerà anche del segreto della forma fisica di Tiziano Ferro.

«Prenderò spunto da “111”, il titolo del disco che faceva riferimento al peso che il cantante aveva raggiunto da adolescente. Racconterò una storia spero divertente sul suo dimagrimento. Mentre ho deciso di fare la parodia di Pelù perché ero un suo fan, con Ferro il processo è stato inverso. Sono diventato suo fan ascoltandolo per costruire la parodia. Ho letto che di recente Tiziano non è stato tanto bene, spero che ora stia meglio».

Nello spettacolo dimostrerà anche come si possa suonare con un cucchiaino da caffè.

«Questo lo farò nel pezzo dedicato a mio padre».

Con quale stato d’animo si affronta uno spettacolo comico dopo i fatti di Parigi?

«La risata non di deve mai fermare perché aiuta a sdrammatizzare e perché non dobbiamo darla vinta a coloro che vogliono fermare il nostro modo di vivere».

Crede che la tv oggi renda un buon servizio alla comicità?

«Un tempo i comici in tivù erano pochi, professionisti e di grande qualità, come Roberto Benigni e Beppe Grillo. Poi, con tutte le trasmissioni comiche da 70 o 80 comici, oggi chiunque può avere visibilità e questo può aprire tante porte ma anche chiuderle. È il teatro il banco di prova in cui si vede se uno riesce a essere all’altezza dopo essere riuscito ad esporre le proprie mercanzie nella vetrina televisiva. La tv poi ha dei tempi velocissimi che ti obbligano a un certo tipo di lavoro. Il teatro, invece, ti dà la possibilità di spaziare e di mettere in mostra anche altri modi di intendere la comicità, per cui lo considero la prova più importante per un attore comico».

In questi due anni di assenza dai palchi è stato anche in America, per motivi di studio.

«Avevo bisogno di staccare per scrivere e studiare. Negli Stati Uniti sono stato a studiare, andando a vedere ogni sera gli attori comici nei migliori teatri ma anche nelle peggiori bettole. Poi, ho studiato canto con Seth Riggs, che è stato il vocal coach di personaggi del calibro di Michael Jackson e Ray Charles. Dopo di me ha deciso di cambiare mestiere».

Le piacerebbe fare un disco da cantante serio?

«Non mi sono mai posto il problema perché tutto quello che faccio è al servizio della risata. Poi, in Italia la gente fa fatica a concepire un artista che fa più cose. Magari un disco ironico alla Enzo Jannacci non mi dispiacerebbe».

Le piacerebbe fare un film?

«Se ci fosse un produttore disponibile a finanziare una pellicola con un milione di euro, un pensierino lo farei».

Biglietti: 20 euro (galleria) e 25 euro (platea). Informazioni 041.5369810 e dalvivoeventi.it.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova