Il rottamatore: Renzi lancia la sfida a Bersani da Padova

Primarie del centrosinistra: il 13 settembre il sindaco di Firenze scopre le carte. «I veneti lavorano e non protestano»
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi con delle foto durante il suo intervento alla convention Big Bang al Palacongressi di Firenze, 23 giugno 2012. ANSA /MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi con delle foto durante il suo intervento alla convention Big Bang al Palacongressi di Firenze, 23 giugno 2012. ANSA /MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Primarie e solo primarie per rinnovare la politica italiana, da quarant’anni bloccata da una «Casta» inamovibile che a tutto pensa tranne che ad uscire di scena per lasciare spazio ai giovani.

Matteo Renzi, sindaco di Firenze, dopo il «Big Bang» del 23 giugno scorso, ieri ha radunato un centinaio di fedelissimi al «Pepperone» di San Giovanni Lupatoto e tra un assaggio di pearà, una fetta di salame e un bicchiere di recioto, ha annunciato di aver scelto il Veneto per lanciare la sfida delle primarie a Pierluigi Bersani. Un duello vero, senza insulti, per scegliere il candidato con cui il centrosinistra si presenterà alle elezioni nella primavera 2013 con l’obiettivo di tenere l’Italia saldamente ancorata all’Europa dopo la «cura» del governo Monti. Perchè, piaccia o non piaccia a D’Alema e alla Bindi, Matteo Renzi non ha alcuna intenzione di restare un candidato virtuale e di predicare su Youtube la «rottamazione» dei big del Pd, ma vuole giocare la sfida fino in fondo ed ha annunciato che, se dovesse perdere, resterà a fare il sindaco di Firenze e non metterà piede in Parlamento.

Il 13 settembre sarà un giorno di fuoco: con il suo camper, Renzi lancerà la convention prima a Verona, poi a Belluno e a Treviso e in serata sarà a Padova per ribadire, sondaggi alla mano, che lui non parte sconfitto. Il suo gradimento tra il popolo di centrosinistra raggiunge il 28% mentre Bersani è in testa con il 40%, ma bisogna fare i conti con Tabacci e Vendola, mentre resta un’incognita Di Pietro: se il leader dell’Idv continuerà a cavalcare l’onda del populismo mediatico alla Grillo, difficilmente parteciperà alla primarie di novembre da cui uscirà il candidato premier del centrosinistra per le politiche 2013.

Perché Renzi ha scelto proprio il Veneto?

«Perché è una terra operosa, simbolo dell’Italia che dà e non chiede, con le persone che ogni mattina si mettono in gioco per superare le difficoltà della crisi senza invocare assistenzialismo», ha detto il sindaco di Firenze. «Farò le primarie con il sorriso sulle labbra, senza insultare nessuno, pronto a sostenere con lealtà chiunque vinca la sfida». Al centro del programma la crisi economica con la proposta di erogare un contributo di 100 euro al mese a tutte le famiglie con redditi inferiori ai 2000 euro. Si tratta di trovare 22 miliardi, ma Renzi assicura che, fiscal compact e spread a parte, si può realizzare senza aumentare il debito pubblico. «Se dovessi vincere, come mi auguro, non avrei dubbi nel chiedere al professor Monti di fare il ministro dell’Economia nel futuro governo di centrosinistra» ha aggiunto il sindaco di Firenze.

Nutrita la delegazione veneta, ma i parlamentari non si sono fatti vedere. Tra i big, i consiglieri regionali Walter Fracasso e Franco Bonfante, oltre al sindaco di Belluno Jacopo Massaro, che dopo aver battuto la «nomenklatura» del partito ha trionfato alle ultime elezioni.

«Renzi rappresenta l’unica vera novità della politica italiana», dice Paolo Giacon, consigliere provinciale, «e sono sicuro che farà breccia tra l’elettorato della Lega, dilaniata da lotte intestine e senza futuro. La convention del 13 settembre arriva due giorni dopo l’intervista di Bersani alla festa del Pd di Padova e tutti potranno misurare la diversità di approccio. Non abbiano ancora deciso dove far parlare Renzi: in piazza Signori, in un campus dell’università o alla festa democratica», conclude Giacon.

Andrea Colasio, assessore alla Cultura, sottolinea invece un altro aspetto: «Il sindaco di Firenze si muove sulle orme di Romano Prodi, che il 26 luglio 2005 nella convention al Papa Luciani lanciò le primarie dell’Ulivo per sconfiggere Marini, Rutelli e Franceschini che non volevano far morire la Margherita e aderire a Pd. Ora la storia si ripete: Renzi può far ripartire l’Italia».

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