Il tesoro di Maniero: ci sono altre ricchezze nascoste

I 17 milioni sequestrati sono solo una parte del bottino accumulato in 15 anni; l'ex cognato di "Felicetto", finito in carcere, pronto a collaborare
felice maniero
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VENEZIA La storia del “tesoro” di Felice Maniero non è finita con l’arresto del cognato dell’ex boss e il sequestro di un patrimonio stimato in 17 milioni di euro. Gli inquirenti della Procura Antimafia di Venezia e la Guardia di Finanza, sono decisi ad andare oltre alle sue confessioni, grazie alle quali hanno scoperto come negli anni ha riciclato ben 33 miliardi delle vecchie lire, 17 milioni degli attuali euro.

Hanno la sensazione che quanto fatto trovare da Maniero sia solo una parte della ricchezza accumulata in quasi quindici anni di crimini. Per questo ora le indagini sono indirizzate all’estero dove potrebbero trovarsi, tra Svizzera e Austria, altri conti correnti. Con il sequestro del “Tesoro di Maniero” lo Stato può incassare più di quanto è riuscito a fare con l’inchiesta sul Mose, con la quale ha riportato nelle casse 15 milioni di euro.

A caccia di altra ricchezza. L’ex boss della “Mala del Brenta” ha consegnato spontaneamente il suo tesoro di 17 milioni di euro, frutto, a suo dire, dell’attività criminale tra il 1982 ed il 1995. Ma il colonnello del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e il Procuratore Aggiunto Adelchi D’Ippolito, quando ribadiscono, durante la conferenza stampain Procura, che le indagini non sono finite mirano a trovare altri soldi e altri beni di cui Maniero non ha parlato.

Ne sono convinti e le indagini condotte dai sostituti procuratori antimafia Paola Tonini e Giovanni Zorzi.  Maniero ha deciso di far ritrovare i suoi beni per ripicca, perché dopo aver nascosto il denaro consegnandolo all’ex cognato, quest’ultimo gli ha restituito progressivamente solo sei miliardi di lire fino al 2015 quando ha detto di non essere più in grado di pagarlo.

Per timore di non vedere più nulla del suo tesoro ha deciso di andare in Procura a Venezia e di autodenunciarsi. In manette sono finiti l’ex cognato Riccardo Di Cicco, 60 anni, dentista e Michele Brotini, 48 anni, entrambi di Fucecchio. Indagate a piede libero Lucia Carrain, 86 anni e Noretta Maniero, 61 anni, rispettivamente madre e sorella di “Faccia d’Angelo”.

Il dentista pronto a collaborare. Appena arrestato e dopo aver dichiarato che “come sempre è tutta colpa di Maniero”, Di Cicco si è dichiarato pronto a collaborare con la magistratura. Da qui la convinzione degli inquirenti che l’indagine è solo a un primo step. L’avvocato Jacopo Folco Peruzzi di Firenze, difensore di fiducia del cognato di Maniero ha spiegato: «Martedì il mio assistito ha reso dichiarazioni spontanee alla pg. Domani (oggi ndr) è nostra intenzione rispondere e dare tutti i chiarimenti possibili. Non siamo a conoscenza di tutti gli atti. La nostra sarà una difesa molto collaborativa e attiva, chiederemo l’interrogatorio ai pm. Martedì sono stato sette ore con lui. Era molto sereno, cercava di rassicurare i familiari, la sua volontà è quella di collaborare».

Oggi in carcere a Belluno l’interrogatorio per la convalida dell’arresto davanti al gip Alberto Scaramuzza. L’atteggiamento di Di Cicco fa ben sperare gli inquirenti che nella sua abitazione e nello studio hanno sequestrato montagne di documenti. Li ritengono importanti per capire se quanto dichiarato da Maniero, relativamente alla quantità di denaro riciclato, corrisponda al vero o se ha nascosto qualche cosa. Il colonnello Ribaudo ha sottolineato: «Non si fanno sconti a nessuno, tutti sono responsabili di quanto hanno affermato». Il riferimento è all’ex boss che rischia pure di essere indagato per autoriciclaggio. Reato che potrebbe aver commesso dal 1 gennaio del 2015.

Case, quadri, auto, conti correnti. Oltre alle ville, tra cui una al mare per le vacanze, i finanzieri hanno sequestrato pure un cavallo di proprietà della fidanzata del figlio di Di Cicco e di Noretta Maniero. È stato dato in custodia giudiziale al maneggio che lo ospita. Nella villa di Santa Croce sull’Arno, dimora dell’Ottocento, ci sono affreschi e numerosi dipinti. Trovati anche orologi placcati in oro e stereo con impianti di amplificazione da 20 mila euro l’uno. Dalle indagini è emerso che quattro anni fa Di Cicco ha riportato in Italia i conti fino ad allora custoditi in banche svizzere.

Per giustificare il tenore di vita molto elevato, il cognato di Maniero ha gonfiato il suo fatturato. Nelle cassette di sicurezza dell’attuale compagna del dentista sono stati trovati gioielli e monili per diverse decine di miglia di euro e 40 mila in contanti. Altri 50 mila euro sono riconducibili al nipote di Maniero che è anche intestatario della casa delle vacanze a Pietra Santa. Tutti i beni trovati nelle abitazioni non sono ancora stati valutati. Per cui la cifra di 17 milioni di euro sarà aggiornata e superata.

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