Il “Tiepolo nero”, capolavori di grafica

A Ca’ Rezzonico matrici in rame e incisioni, un confronto tra padre e figlio

VENEZIA. È tornata a casa, dopo l’apertura nell’inverno scorso a Chiasso e una tappa a primavera nell’Istituto Nazionale per la Grafica, la mostra “Tiepolo nero”, inaugurata ieri nel museo del Settecento veneziano di Ca’ Rezzonico.

Buona parte delle matrici in rame e le incisioni che la compongono e che propongono quasi un confronto diretto tra l’arte grafica di Giambattista Tiepolo e quella del figlio Giandomenico provengono infatti dal Gabinetto di Disegni e Stampe del museo Correr della Fondazione dei Musei Civici di Venezia e l’esposizione – curata da Lionello Puppi e Nicoletta Ossanna Cavadini – è stata anche l’occasione per restaurarle. Il titolo dell’esposizione, snellita rispetto alle precedenti tappe, richiama il tema dei “Capricci” che segnano l’esordio di Giambattista come incisore e che si inseriscono, alla sua maniera, nel dibattito in corso alla metà del Settecento tra magia e stregoneria, con i suoi maghi seduti presso aree fumanti o impegnati a osservare crani, o indicare teste brucianti, con una chiarezza e un nitore del segno che contrasta con i soggetti apparentemente lugubri, e che sono qui esposti insieme agli “Scherzi di fantasia”.

Un “vedutista della fantasia”, come ricorda anche Puppi nel suo saggio in catalogo (edizioni Mazzotta) richiamando una felice definizione di Adriano Mariuz, per segnalarne anche le capacità di grande innovatore. Sull’altro lato della sala che ospita a Ca’ Rezzonico la mostra, le incisioni di Giandomenico, il punto più alto della sia arte grafica con il ciclo biblico de “La Fuga in Egitto”, intriso di un realismo potente drammatico, pur senza toccare la straordinaria libertà espressiva del padre.

La mostra veneziana sulla grafica dei Tiepolo si può anche in fondo considerare un anticipo della grande mostra su Giambattista che si aprirà il 15 dicembre alla Villa Manin di Passariano e che farà il punto su di lui a oltre quarant’anni dall’esposizione realizzata in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica.

A curarla saranno Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, che è tra l’altro il direttore del Museo di Ca’ Rezzonico.

Di Giambattista Tiepolo la mostra documenterà l’evoluzione stilistica, con l’individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto dell’artista con i suoi mecenati.(e.t.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova