Il titolare della Facco in aula «Tradito dall’ex dipendente»
CAMPO SAN MARTINO. «Il rapporto tra Gobbo e la Facco? Era sempre stato improntato sulla massima stima e fiducia: a lui era totalmente affidata la gestione degli ordini. Era lui, nei limiti delle direttive aziendali, a concordare con i fornitori sconti, modalità di pagamento, tempi di consegna». Davanti al giudice di Padova, Claudio Marassi, ieri Massimo Finco legale rappresentante delle Officine Facco di Campo San Martino, (azienda leader mondiale nella progettazione e realizzazione di impianti industriali per l'allevamento avicolo, oltre 100 dipendenti nel Padovano e altri 300 nelle filiali nel resto del mondo) ha ricostruito la querela che ha portato sul banco degli imputati un ex dipendente, Maurizio Gobbo, 50 anni, residente a Fontaniva, ex responsabile dell'ufficio acquisti e commercio: è accusato di aver violato il sistema informatico aziendale e di aver svelato il contenuto di atti e documenti riguardanti applicazioni e componentistiche dell'impresa che non possono essere divulgate. In pratica frode informatica a favore di una società concorrente dov’è stato assunto dopo il licenziamento da Facco. A difenderlo l’avvocato Davide Pessi. «L’accesso alla mail aziendale di Gobbo del 17 aprile 2013, poche ore prima che procedessimo alla modifica della password aziendale, era stata effettuata dall’indirizzo Ip di Tecno Poultry Equipment spa, diretta concorrente della Facco, nella quale lavora attulmente Gobbo» ha spiegato in aula l’ad Finco. L’azienda Facco è costituita parte civile tutelata dal penalista Piero Someda che ha reclamato un risarcimento milionario, giustificato dalla perdita di commesse conseguenti alla divulgazione di notizie riservate. Si tornerà in aula il 3 febbraio prossimo.
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