Il titolare licenzia la cameriera a luci rosse

PIOVE DI SACCO. «L’ho fatto a mente lucida e lo rifarei». Matteo Pellegrin, il gestore del bar Caffè e Cicchetti di Chioggia, il giorno dopo aver postato su Facebook le effusioni della sua cameriera di Piove di Sacco, insieme a una coppia di clienti, dietro il bancone del suo bar, non ha dubbi di aver agito in maniera giustificata.
«Credo di essermi comportato da signore», dice, «quando hanno cominciato ad amoreggiare non ho urlato, non ho fatto scenate. Gli ho solo detto di andarsene: il loro comportamento non mi andava bene. E, soprattutto, erano a casa mia; dovevano seguire le mie regole».
Matteo non lo dice esplicitamente, ma dal tono della voce, dallo sguardo, si capisce bene che quegli approcci sessuali dietro il bancone e il successivo rapporto a tre nella stanza attigua, sono stati, per lui, un’offesa e un tradimento. L’offesa da parte dei clienti che hanno approfittato della sua cortesia e il tradimento da parte della cameriera piovese, con la quale aveva dei trascorsi sentimentali (una denuncia per stalking, poi ritirata due anni fa) che l’avevano portato a instaurare quel rapporto di lavoro che, forse, non era proprio solo lavoro. «Ho già detto al mio commercialista di avviare il licenziamento. È chiaro che con me non potrà più lavorare», spiega Pellegrin.
Con la cameriera vi siete sentiti dopo che è scoppiato lo scandalo?
«Certo. La sera di martedì ci siamo scambiati dei messaggi. Lei mi ha chiesto scusa e ha detto che le dispiaceva. Ma, ormai, quello che è fatto, è fatto».
E il bar, continuerà la sua attività?
«Sì. Non posso buttare via anni di lavoro e investimenti morali e materiali. Continuerò il mio lavoro e cercherò di lasciarmi alle spalle tutto questo». Il primo passo, in realtà, Matteo l’ha già fatto, offrendo in regalo, a chi lo volesse il famoso divano su cui la cameriera e i due fidanzati stavano consumando il loro rapporto a tre quando lui li ha scoperti. «Regalo divano letto in ecopelle modello Tokyo colore bianco acquistato su mondoconvenienza a euro 249» scrive sulla pagina Facebook del bar, aggiungendo: «presente una piccola bruciatura di sigaretta. Non escludo possano essere presenti anche tracce organiche poiché usato per orgia. Da pulire per sicurezza». Un tono ironico, molto lontano da quello arrabbiato dei primi post dell’altro ieri, nei quali non mancavano né insulti, né apprezzamenti negativi nei confronti del terzetto di “amanti”.

Ma erano clienti abituali i due fidanzati?
«Erano già venuti alcune volte, tre o quattro direi. Ma erano buoni clienti, nel senso che spendevano (e io, scusate, ma devo riempire la cassa a fine giornata) e si erano sempre comportati bene. Anche per questo ho cercato di non essere sgarbato, pure se facevano cose (a cominciare dall’uso di cocaina) che mi disturbavano».
Però, adesso che la storia ha fatto il giro del mondo, o quasi, potrebbero risentirsi per la violazione della loro privacy...
«Credo che qui dentro loro abbiano fatto cose molto più gravi. In ogni caso qui c’è l’impianto di video sorveglianza, ci sono i cartelli fuori dal bar e, in particolare, la mia cameriera sapeva benissimo che c’erano le telecamere. Infatti nelle riprese si vede benissimo che lei guarda più volte verso l’obiettivo. Io, poi, li avevo avvertiti di andarsene. Quindi di che si lamentano? Di aver fatto i loro comodi in casa mia?».
Potrebbero, comunque, scattare delle denunce...
«Per quanto ne so la polizia ha sentito tutte le persone coinvolte e, finora, nessuno ha denunciato nessuno. Tra qualche giorno o qualche settimana, forse qualcuno cambierà idea. Potrei farlo anch’io, ma non credo. Ma, ripeto, non credo di essere io a dover giustificare il mio comportamento».
E gli amici, come hanno commentato la vicenda?
«Avrò ricevuto, su Facebook, Whatsapp, Messenger, almeno 400 messaggi di solidarietà. Qualcuno dice che non l’avrebbe fatto, di rendere tutto pubblico, ma tutti capiscono perché l’ho fatto. Meno comprensivi i gestori di Fb che, credo su segnalazione, mi hanno chiuso l’account personale».
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