Il Tiziano giovanile torna a Venezia

Dopo 250 anni la «Fuga in Egitto» dell’Ermitage in mostra alle Gallerie dell’Accademia
Di Enrico Tantucci
oil on canvas 206 x 336 cm
oil on canvas 206 x 336 cm

di Enrico Tantucci

VENEZIA

Il . Tiziano mai visto torna a Venezia, passando per Londra. Sarà presentata il 20 giugno a Milano la mostra che si aprirà alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal 29 agosto al 2 dicembre e che avrà al centro - assieme ad altri capolavori della pittura veneta - La Fuga in Egitto, che può considerarsi il primo capolavori di grandi dimensioni dell’artista di origine cadorina e che giunge dall’Ermitage di Leningrado, dopo un complesso restauro durato circa dodici anni. In un dolce paesaggio pastorale, che rivela ancora un forte ascendente di Giorgione, è rappresentata la scena della Fuga in Egitto come descritta nel Vangelo di Matteo. Il ragazzo che porta il mulo avanti è forse san Giovannino, presente nel deserto e che va incontro a Gesù secondo una tradizione derivata dai vangeli apocrifi.

Il soggetto è trattato con semplicità quotidiana, con la Vergine stanca, a capo chino, il Bambino legato a lei in maniera ordinaria, come tipico tra i contadini, e Giuseppe anziano e affaticato per non essere lasciato indietro. Come vero protagonista appare però lo sterminato paesaggio, dove si aggira una gran quantità di animali selvatici. La Fuga in Egitto è attualmente - e fino al 19 agosto - alla National Gallery di Londra, dove è stato mostrato al pubblico per la prima volta dopo il restauro. Poi volerà appunto a Venezia per la mostra alle Galleria dell’Accademia, promossa dalla Soprintendenza per il polo museale veneziano, l’Ermitage e la Fondazione Musei Civici di Venezi, curata da Giuseppe Pavanello e Irina Artemieva. Il dipinto torna in laguna a a circa 250 anni circa dal suo arrivo a San Pietroburgo, acquistato da Caterina di Russia nel 1768 tra le opere che facevano parte della famosa collezione del conte Bruhl, primo ministro di Augusto III di Sassonia.

L’opera che ha rivelato importanti novità grazie al restauro - con i suoi “pentimenti” paesaggistici -oltre alla definitiva attribuzione tizianesca rispetto ad altre precedenti che lo attribuivano a Paris Bordon, segna la “scoperta della natura” da parte di Tiziano. Accanto alla Fuga in mostra , opere di Bellini, Giorgione, Tiziano, Cima da Conegliano, Sebastiano del Piombo, Dürer, Bosch, per raccontare la rivoluzione della sguardo sulla natura e del rapporto in pittura tra figura e paesaggio, tra le fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento (catalogo Marsilio).E le Gallerie dell’Accademia dopo la grande mostra sul Tiziano senile di quattro anni fa, lo riscoprono, ora, con il suo capolavoro giovanile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova