Il tribunale: assoluzione piena per l’avvocato Mario Gregio

Un’odissea giudiziaria durata cinque anni: prima è finito sotto inchiesta per associazione a delinquere aggravata finalizzata alla truffa con una misura cautelare durata tre mesi (l’obbligo di firma), infine è stato spedito a processo. Ieri la sentenza del tribunale di Milano: assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”. Un sollievo. Anzi una liberazione coltivata con fiducia quella dell’avvocato Mario Gregio, 57 anni di Padova, travolto dall’inchiesta della procura milanese sulla maxi-truffa finanziaria ideata dal cosiddetto Madoff della Bocconi (il “professor” Alberto Micalizzi), poi catapultato in un’aula di giustizia nel posto sbagliato, quello dell’imputato. «La sentenza di oggi mi ha reso giustizia» ammette l’avvocato Gregio, difeso da due colleghi del foro di Padova, il penalista Giovanni Lamonica e il professor Giovanni Caruso. «È davvero un grosso sollievo: il tribunale ha voluto approfondire tutto e oggi sono contento. Mi spiace che mia madre, morta due settimane fa, non possa aver avuto questa gioia dopo aver condiviso tanto dolore».
Ben diversa la sorte giudiziaria di Micalizzi, sospeso dall’ateneo privato nel 2013, arrestato e (lui sì) condannato a sei anni con l'accusa di associazione per delinquere, truffa e tentata truffa ai danni di investitori e istituti di credito nazionali ed esteri per alcune decine di milioni di euro. Con lui condannati un’ex funzionaria di Pnp-Paribas, Paola Guidetti di Reggio Emilia (3 anni), e Vincenzo Nocera di Parma (5 anni). Tra le tante contestazioni rivolte a Micalizzi e Nocera, una truffa da 19 milioni di euro ai danni di Jp Morgan, cifra che non essendo in realtà mai uscita dalla banca d’affari, non risulta incassata. È l’ipotesi di reato contestata pure al legale padovano, specializzato nel diritto commerciale e societario in ambito civile e penale. In un’udienza dello scorso luglio l’avvocato Gregio aveva voluto farsi interrogare. E aveva spiegato che l’allora professor Micalizzi, lo aveva arruolato per seguire delle questioni commerciali come dimostrato da documenti e incarichi professionali. Una normale attività di consulenza svolta da un professionista del diritto nei confronti di un cliente che, a causa di una telefonata intercettata e interpretata male, lo ha fatto inciampare nell’inchiesta.
Dopo cinque anni tutto finito: nessuna responsabilità penale. «Voglio riprendere la mia vita» confessa l’avvocato Gregio, «A Micalizzi ci penserà la giustizia. Voglio solo poter andare in tribunale a testa alta per svolgere il mio lavoro: ecco che cosa è fondamentale per me. Purtroppo esco molto provato da questa storia, anche sul piano fisico. Per non parlare dei danni che ho patito nel lavoro, compreso l’avvio, poi sospeso in attesa della sentenza, di un procedimento disciplinare da parte dell’Ordine degli avvocati». Procedimento revocato di fronte alla sentenza di piena assoluzione. —
Cristina Genesin
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