Il virus torna a minacciare le case di riposo del Padovano

PADOVA.
Il virus torna a seminare paura nelle case di riposo che per qualche settimana avevano accarezzato l’illusione di essersi liberate della minaccia del Covid che nei mesi scorsi si è portato via oltre 140 anziani ospiti tra le strutture di Padova e della provincia, con i tristi primati di Merlara, Monselice e Galzignano. Ci sono sei positivi nel centro per anziani Moretti Bonora di Camposampiero, 4 operatori (tre sono camerunensi del cluster della commemorazione funebre del 4 luglio al parco Fenice di Padova, e una infermiera croata) e due ospiti, e ieri ha dato esito positivo il tampone effettuato a una infermiera, anche questa straniera, dell’AltaVita-Ira di via Beato Pellegrino. Accertamenti in corso, infine, per una ultranovantenne della casa di riposo Beggiato di Conselve. Padova, intanto, il totale dei contagi è schizzato a 155.
Torna l’incubo nelle Rsa
Quasi la metà dei decessi del Covid 19 nella provincia di Padova è stata registrata nelle strutture per anziani che sul territorio sono complessivamente 37. È su questo drammatico dato di partenza che riprende la corsa del virus nelle Rsa. Sette casi accertati tra Camposampiero e Padova che hanno imposto l’esecuzione del tampone a decine di altri operatori e ospiti. E sono ore con il fiato sospeso per le strutture interessate, che temono nuovi focolai. Con l’alto rischio per la salute degli anziani innanzitutto ma anche con conseguenti ripercussioni sull’organizzazione del lavoro, con reparti chiusi, personale che finisce in quarantena e familiari dai quali non si può pretendere serenità.
Si corre ai ripari
«La situazione è sotto controllo ma ovviamente è complessa» rileva Fabio Incastrini, presidente dell’AltaVita-Ira di via Beato Pellegrino, 325 ospiti, «abbiamo dovuto chiudere il reparto dove lavorava l’operatrice contagiata e tutto il personale e gli ospiti sono stati sottoposti a tampone. Ora attendiamo gli esiti, abbiamo fiducia sul fatto che dentro la struttura le misure di sicurezza sono ai massimi livelli, ma come abbiamo già potuto vedere in passato, questo virus è estremamente subdolo. Poi è evidente che esiste un problema legato alle comunità straniere che mostrano poca sensibilità verso le misure di prevenzione. Per questo, avendo alcuni stranieri fra i nostri operatori, cerchiamo di richiamarli, loro ma anche gli altri, all’attenzione anche nella vita privata in ragione del lavoro che svolgono. Serve davvero responsabilità da parte di tutti, non possiamo permetterci di tornare indietro». Sia nel reparto chiuso all’Ira sia alla Bonora di Camposampiero sono state sospese temporaneamente le visite dei familiari.
Padova maglia nera
Il bollettino diffuso ieri pomeriggio da Azienda Zero inchioda ancora Padova al primo posto fra le province venete per numero di casi: in ventiquattro ore sono passati da 127 a 155, quasi il 27 per cento della regione. Nel Distretto dell’Usl 6 Euganea di via Temanza anche ieri sono stati effettuati 123 tamponi, ma per ora il numero di contagiati fra i partecipanti alla commemorazione funebre della comunità camerunense del 4 luglio è rimasto fermo a 17. Ieri non ci sono stati nuovi ricoveri, che rimangono 19, di cui uno in Terapia intensiva. —
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