Imbraccia il fucile ma i ladri sono fuggiti

CERVARESE SANTA CROCE. Emergono nuovi inquietanti dettagli sulla notte di paura vissuta sabato scorso a Montegaldella, dove molte case sono state assaltate in poche ore da una banda di ladri del tutto incuranti delle misure di sicurezze: pattuglie di carabinieri, fitta rete di whatsapp e telecamere attive. Incuranti anche dei colpi sparati da qualche cittadino.
Una telecamera privata sabato sera alle 22.10, tra via Monticello e Rialto, a cavallo delle provincie di Padova e Vicenza, ha registrato il passaggio di tre figure esili, coperte con giacche col cappuccio, con in mano attrezzi da scasso e un sacco. Si avvicinavano guardinghe alla porta di casa della famiglia Mani. Il video, ora sottoposto al vaglio dei carabinieri, mostra come l’accensione di una luce a sensore abbia disturbato i ladri, al punto da costringerli prima a camminare in punta di piedi e poi a nascondersi precipitosamente. A quel punto hanno deciso di ripiegare sull’abitazione del vicino. Qui hanno suonato al citofono di Armando Gavazzo, noto imprenditore di Cervarese Santa Croce. «Ero da poco andato a letto» racconta Gavazzo «e in salotto era rimasta solo mia moglie Mara. Guardava la televisione. Al videocitofono lei dice di aver visto tre figure coperte con un cappuccio. Spaventata è venuta a chiamarmi in camera. A quel punto, dopo avere imbracciato la mia doppietta, sono sceso per vedere chi c’era, ma i tre individui sospetti erano già fuggiti. Sicuramente erano gli stessi che avevano fatto razzia a Montegaldella, spintisi fin qui per capire se la casa fosse vuota».«Gli è andata male, ma giuro» aggiunge l’imprenditore-cacciatore «che se fossero entrati in casa non avrei esitato a sparare. Non sono un giustiziere, ma che sappiano questi delinquenti che detengo una regolare santabarbara per la caccia e potrei usarla nel caso la mia famiglia si trovasse in pericolo. Ora siamo tutti in pericolo».
Questo è solo l’epilogo del raid iniziato alle 19 di sabato a Montegaldella e finito poco prima della mezzanotte. Raid iniziato in via Lampertico e da qui, casa dopo casa, propagatosi fin oltre confine, lungo le strade comunali e fra le case isolate della campagna. Ai casi denunciati, vanno aggiunti quelli presunti con famiglie che in quelle ore hanno avvertito allarmi scattare e cani abbaiare. Per poi all’indomani mattina trovare porte o cancelli con segni d’effrazione.
«Mai successa una cosa del genere nel nostro territorio»commenta il sindaco Paolo Dainese «Per tre ore il nostro comune è stato assaltato da una banda organizzata che, mentre i carabinieri rilevavano i danni da una parte, loro a poca distanza svaligiavano un’altra casa».
Che sia stata una notte di paura lo dimostra anche la pioggia di messaggi che in quelle ore hanno intasato il gruppo di whatsapp, cui sono iscritti un centinaio di cittadini di Montegaldella. «Non siamo più sicuri» commenta il sindaco «siamo indifesi e le stesse forze dell’ordine non hanno strumenti idonei a poter contrastare questo tipo di criminalità. Non lamentiamoci poi se i cittadini devono difendersi da soli». Il riferimento è al caso di sabato sera, quando Michele Pavan di Montegaldella nel tentativo di sventare un furto nella casa del vicino ha sparato in aria un colpo a salve con il suo fucile da tiro al piattello, con proiettili di gomma. Azione questa che gli potrebbe costare cara: potrebbe trovarsi indagato e al centro di un processo per “esplosione pericolosa”. E solo per aver tentato di far scappare i ladri intenti a violare la casa del vicino.
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