Immersione fatale, muore papà di 38 anni

Danilo Ciolino, ricercatore universitario e musicista, era a pesca in apnea con gli amici al largo di Malamocco

Subacqueo muore durante una battuta di pesca sportiva in apnea. È successo ieri, poco dopo le 13 a Venezia, davanti alla bocca di porto di Malamocco nella lunata della diga sud. La vittima è Danilo Ciolino, sub padovano 38enne, siciliano d’origine, da anni nella città del Santo residente in via Monte Santo 1 (zona San Giuseppe), ricercatore di Filosofia all’Università, sposato con un figlio in tenera età.

Non sono ancora state chiarite le cause dell’incidente, anche se sembra sia stato provocato da un malore. Secondo le prime informazioni il sub si era immerso senza avere l’appoggio di un compagno che sopra di lui lo controllava e poteva intervenire in caso di difficoltà. Una regola base per la sicurezza che, da quanto sostengono molti istruttori di immersione in apnea, non viene quasi mai rispettata eppure è importantissima nelle nostre acque che non sono di certo limpide.

Sull’accaduto indaga la Capitaneria di Porto di Venezia. La zona dove è avvenuto l’incidente è molto battuta da pescatori sportivi che praticano l’attività immergendosi in apnea. Alle 13.05, nella sala operativa della Capitaneria di Porto di Venezia, arriva la richiesta di soccorso: c’è un subacqueo in difficoltà nella zona di Malamocco. Sul posto viene inviata la motovedetta CP 287 che, con l’ausilio del gommone in dotazione, provvede al recupero del sub in difficoltà, tenuto a galla da un compagno di immersioni. Tutto inutile. Dopo l’imbarco a bordo del gommone della Capitaneria, viene accertato il decesso da parte del personale del Suem 118, informato dalla sala operativa della stessa Guardia Costiera. I compagni sono sotto shock.

Il decesso è constatato in via ufficiale dal medico legale e la salma viene trasportata all’obitorio dell’ospedale di Venezia a disposizione dell’autorità giudiziaria, Il pm di turno oggi deciderà se ordinare (o meno) l’autopsia. L’esame potrebbe essere fondamentale per stabilire le cause della morte e capire se si è trattato di un malore o di un’imprudenza.

A volte chi pratica questa disciplina tergiversa troppo, sott’acqua, per colpire il pesce che magari ha solo intravisto. Ma anche una manciata di secondi di attesa possono risultano fatali per il sub che non fa in tempo a risalire. Ecco allora che la presenza di un altro sub, pronto a tenere sotto osservazione il collega-pescatore, è fondamentale per tirarlo fuori dall’acqua in caso di necessità. Danilo Ciolino era assegnista di ricerca nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova: aveva il dottorato di ricerca in Filosofia e i suoi studi riguardavano principalmente temi e momenti del pensiero classico tedesco con attenzione alla filosofia schopenhaueriana. Alle spalle diverse pubblicazioni.

Cultore di musica rock e blues, era impegnato in politica e nel sociale: era stato candidato con Rifondazione a sostegno del candidato sindaco Daniela Ruffini e si occupava di obiettori di coscienza.

Da sempre appassionato di immersioni, era un esperto apneista, disciplina che aveva sospeso durante gli studi all’università di Padova per riprenderla alcuni anni fa.

Era membro dell’Asd (Associazione sportiva dilettantistica) Veneto Pesca Apnea e con alcuni amici del gruppo ieri aveva deciso di fare la gita. Una gita finita tragicamente. Da anni era legato alla collega Marzia Soavi e la coppia, tre anni e mezzo fa, aveva avuto un bambino.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova